MILANO (LaPresse) – Eni, con Gela e Banco Alimentare per le famiglie in difficoltà. L’unione delle professionalità dà sempre buoni frutti. E riassume, in una frase che sa di buono, l’accordo che è stato firmato oggi pomeriggio nei locali della Pinacoteca Comunale ‘In Saecula Seculorum’ di Gela. E che mira infatti allo sviluppo di un progetto territoriale che risponda ai bisogni alimentari delle fasce vulnerabili della popolazione gelese.
Ecco chi ha firmato l’accordo
A siglare l’accordo quadro di collaborazione a supporto della sicurezza alimentare a Gela sono stati il Comune, la Fondazione Banco Alimentare, il Banco Alimentare della Sicilia Onlus ed Eni tramite le sue controllate EniMed, Raffineria di Gela e Syndial. Il progetto prevede infatti la creazione di una sede decentrata che riesca a ottimizzare e incrementare la raccolta delle eccedenze alimentari. Favorendone, poi, l’immediata distribuzione tra i bisognosi. Il deposito è quello dell’ex macello. Che sarà quindi messo a disposizione a titolo gratuito al Banco Alimentare dal Comune di Gela. Una volta ristrutturato grazie al contributo di Eni. Per lo stoccaggio e la distribuzione degli alimenti attraverso le strutture caritative convenzionate.
Eni con Gela per il progetto ‘Sicurezza alimentare’ per le persone con difficoltà economiche
Agire direttamente sul problema dell’accesso al cibo è il nocciolo di questo progetto. Che è stato infatti intitolato ‘Alimentare a Gela’ e che intende ridurre la vulnerabilità sociale del territorio gelese e offrire un supporto a favore della coesione sociale. L’analisi del contesto ha messo in evidenza l’esistenza di sacche di povertà. Di una parte della popolazione gelese. E le cause che hanno generato questa condizione.
Il progetto è coerente con i piani di intervento regionali e locali. Rivolti al contrasto alla povertà alimentare. Nello specifico l’Amministrazione Comunale di Gela è impegnata, tramite l’Ufficio ai Servizi Sociali, in una attività di supporto alle persone in difficoltà attraverso i progetti della ‘Carta Rei’.
Le persone per le quali nasce il progetto sono coloro che versano in una condizione di povertà tale da avere difficoltà di accesso al cibo in quantità sufficiente e qualitativamente adeguata e varia. Lavorare nella direzione della sicurezza alimentare vuol dire agire per la salute pubblica. E verso la costituzione di una società più equa. Nella quale le persone vulnerabili possano trovare occasione di riscatto.
Ecco quali saranno i benefici
Tra i benefici istituzionali attesi dal progetto sono previsti infatti il miglioramento qualitativo e quantitativo degli alimenti. Che compongono il mix alimentare dell’offerta ai beneficiari sul territorio. Ma anche il miglioramento della logistica di approvvigionamento. Oltre che l’incremento delle derrate alimentari recuperate e distribuite. E quindi il rafforzamento della rete di collaborazione tra istituzioni locali e stakeholder non istituzionali. Tra cui le organizzazioni caritative che operano a Gela. L’iniziativa rappresenta un esempio importante di economia collaborativa. Dove soggetti pubblici e privati e associazioni lavorano assieme per migliorare la vita della comunità.