Milano – Si rafforza la presenza di Eni in Alaska. La società ha comunicato di aver acquistato dalla società Caelus Natural Resources Alaska il 70% del giacimento petrolifero di Oooguruk, situato nel Mare di Beaufort, di cui già possedeva il restante 30% e che è operativo dal 2008. In zona Eni già detiene il 100% di un altro giacimento, a Nikaitchuq, a circa 13 chilometri da Oooguruk. E la nuova operazione consentirà alla società italiana di ottimizzare le sinergie tra i due siti. Nikaitchuq, operativo dal 2011, attualmente produce circa 18 mila barili di petrolio al giorno. Mentre con la nuova operazione Eni conta di aumentare la produzione di altri sette mila barili. Obiettivo finale arrivare al tetto dei 30 mila barili grazie alla perforazione di nuovi pozzi nei due impianti.
L’attenzione di Eni in Alaska è costante e in crescita. Nel solo 2018 sono state acquisite 124 licenze operative nella parte orientale della regione per un totale di circa 1.400 chilometri quadrati. Il Cane a sei zampe cresce così negli Stati Uniti, dove la produzione di petrolio è in constante crescita con conseguenti pressioni al ribasso sul prezzo globale del greggio.
Nuovo investimento da parte dell’Eni
E sempre in questi giorni Eni sta raggiungendo, insieme ad altri colossi del settore come ExxonMobil e China Petroleum Corporation, accordi per l’acquisto di gas naturale liquefatto in Mozambico. Un primo passo del cosiddetto progetto Rovuma che attende il via libera da parte del governo del Mozambico. Che sta analizzando il piano di sviluppo in vista dell’avvio della produzione previsto però non prima del 2024.
Il piano di espansione di Eni arriva in un periodo complesso sul fronte dei prezzi petroliferi in sofferenza da alcune settimane anche per i segnali di rallentamento della attività economica globale. A fine dicembre il greggio era sceso ai minimi da un anno e mezzo con il Brent a 43, 93 dollari e il Wti a 42,36. Oggi in Borsa il titolo della compagnia petrolifera italiana ha terminato in rialzo dello 0,44% a 13,84 euro.