Epilessia, domani la giornata mondiale contro i pregiudizi

L'evento voluto dall'International Bureau for Epilepsy e dall'International League Against Epilepsy. In Europa i pazienti epilettici sono 6 milioni nella sola Europa e quasi 600 mila in Italia

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ROMA – Domani si celebra la giornata mondiale contro i pregiudizi verso le persone affette da epilessia: questo l’obiettivo dell’evento, voluto dall’International Bureau for Epilepsy e dall’International League Against Epilepsy.

I dati

In Europa sono 6 milioni e quasi 600 mila in Italia, insieme ai medici, chiedono attenzione e soprattutto impegno per abbattere le false credenze e lo stigma. I monumenti di alcune città italiane si coloreranno di viola, colore simbolo dell’epilessia: dalla Barcaccia di Piazza di Spagna a Roma alla Mole Antonelliana di Torino, fino al Teatro Margherita di Bari.

I bambini ne soffrono

I più colpiti sono i bambini da una patologia che colpisce una persona su 100

Circa il 30% delle crisi epilettiche si manifesta infatti in classe. Il 40% delle chiamate ai numeri di emergenza 112 e 118 che parte dalle scuole è proprio per casi di crisi epilettica. Ecco perché all’ospedale Bambino Gesù di Roma c’è un progetto di formazione specifica. Si chiama “La scuola non ha paura delle crisi” e ha già formato oltre 1300 insegnanti, operatori scolastici e studenti. 

Lo slogan

#Epilessianonmifaipaura è lo slogan proposto dalla community di Facebook e scelto dalla lega italiana contro l’epilessia (Lice). Il guppo intende sottolineare la necessità di colmare il gap tra le persone con epilessia e quelle che, non conoscendo la malattia, nutrono ancora pregiudizi.

E se l’obiettivo della Rete degli istituti di ricerca IRCCS delle Neuroscienze e della Neuroriabilitazione è la creazione di un istituto nazionale virtuale per lo studio di questa patologia.

Cos’è l’epilessia

Si tratta di una condizione neurologica caratterizzata da episodi ricorrenti, detti “crisi convulsive”, consistenti in movimenti muscolari bruschi e ripetuti in maniera stereotipata, spesso associati a sospensione temporanea dello stato di coscienza.

La prima descrizione dell’epilessia fu fatta da Ippocrate di Cos, considerato universalmente il padre della Medicina, il quale utilizzò questo termine, che in greco significa “essere colpito da qualcosa”, per indicare la fulminea istantaneità dell’episodio convulsivo.

Questi episodi sono generalmente di brevissima durata, anche se talvolta possono durare a lungo. Sono il risultato di un’anomala e prolungata sincronizzazione dell’attività dei neuroni della corteccia cerebrale o del tronco cerebrale.

Le scariche elettriche nel cervello

Per un’adeguata comprensione dell’epilessia è necessario fare una sintetica spiegazione della fisiopatologia dell’attività elettrica del cervello che normalmente non è sincrona, essendo sottoposta al controllo bilanciato da parte di sistemi neuronali eccitatori ed inibitori.

Se i circuiti eccitatori hanno una regolazione up o quelli inibitori ne hanno una down si realizza un abbassamento della soglia di sincronizzazione che è all’origine di una scarica “ipersincrona” in una specifica area del cervello, nota come spostamento depolarizzante parossistico, che si propaga come un incendio elettrico alle aree vicine.

Questo introduce il concetto di soglia convulsiva o epilettogena, ossia la tendenza alla scarica spontanea, che esiste in tutti quanti noi. Se si apporta uno stimolo che la superi, per esempio una scarica di elettricità, chiunque può avere un attacco epilettico.

Nel soggetto affetto da epilessia la soglia è semplicemente più bassa del normale. Ciò può essere legato a molteplici cause patogene che aumentano l’eccitabilità elettrica delle cellule nervose e abbassano la soglia convulsiva. Se la scarica avviene in un solo emisfero cerebrale, la crisi è parziale. Se invece ha origine nel tronco dell’encefalo, che ha proiezioni diffuse su ambedue gli emisferi, allora la crisi è generalizzata. Quando le scariche iniziano localmente per poi diffondersi a tutto il cervello si parla di epilessia secondariamente generalizzata.

Le cause

Molteplici cause possono addurre a un abbassamento patologico della soglia epilettogena. Fattori genetici (per non più del 2% dei casi), anossia alla nascita, malformazioni cerebrali, traumi contusivi del cervello, tumori, ictus ischemico o emorragico, malformazioni vascolari, e malattie infiammatorie del cervello come vasculiti, meningiti, encefaliti o la sclerosi multipla.

Determinati fattori possono poi favorire lo scatenamento di crisi epilettiche nel soggetto predisposto: l’uso o la sospensione improvvisa di certi farmaci, droghe o alcool; luci lampeggianti; febbre, deficit di sonno, stress, alterazioni degli elettroliti, e infine fattori metabolici.

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