MILANO – L’eroina sintetica uccide. E’ stato lo stesso Istituto superiore della Sanità a diramare lo stato d’allerta massimo. E’ una nuova molecola, nome scientifico ‘ocfentanil’. Ma di fatto è un killer silenzioso che provoca la morte. Tutto parte da un decesso, quello di un 39enne, a causa di un’overdose di questa sostanza stupefacente nell’aprile 2017. Un allarme scattato in ritardo. “Noi addetti ai lavori siamo stati avvertiti oggi, quindi con un anno e mezzo di ritardo. Avremmo dovuto saperlo prima per avvisare i consumatori dei rischi legati alla presenza nel mercato italiano di questi derivati sintetici molto più potenti dell’eroina, e quindi con rischio molto maggiore di overdose e decesso. Invece no. Un anno e mezzo”.
Tra le nuove droghe ci sono anche quelle contenenti benzene
“E c’è ancora l’avvertimento di divieto di pubblicazione su web, che fa del nostro sistema di allerta ‘precoce’ – come già fatto notare da troppo tempo – un sistema di allerta inutile. Non esito a dire che questa è una scelta che si assume responsabilità molto gravi di cui forse qualcuno un giorno chiederà conto”, specifica Ernesto De Bernardis sul blog della Dedizioni della Società italiana Tossicodipendenze. Sul caso interviene anche Riccardo De Corato, assessore alla Sicurezza, Immigrazione e Polizia locale di Regione Lombardia: “Non chiamiamolo più ‘boschetto della droga’, ma ‘obitorio a cielo aperto’ dove si può morire anche sperimentano droghe nuove, come anche quelle contenenti benzene. L’ultimo decesso risale a lunedì, sempre a Rogoredo. A perdere la vita, questa volta, un ragazzo di 25 anni, magari anche lui per l’uso di queste nuove droghe”.
Le contromosse: in attesa di un protocollo d’intesa intensificare i blitz
E si pensa alle contromosse. L’assessore ha voluto far inserire nel futuro patto sulla sicurezza, di firma imminente con il Ministero dell’Interno, alcune misure necessarie per contrastare i problemi del ‘boschetto di Rogoredo’. Nel frattempo “bisogna cominciare ad intervenire – aggiunge –. I blitz sporadici non servono a niente. La riprova è il continuo spaccio e le morti che si susseguono. Per Milano è uno sfregio pensare che spacciatori, per lo più extracomunitari irregolari, stiano vendendo dosi mortali, nella più completa libertà”.