Euro 2020, Furio Valcareggi: Mancini mi ricorda mio padre, secondo me può vincere la coppa

"In Mancini rivedo qualcosa di mio padre, anche se non lo conosco personalmente vedo lo stesso atteggiamento di calma, mai toni alti, ma perentori, volontà assoluta di fare gruppo"

Foto Alfredo Falcone - LaPresse Nella foto: Roberto Mancini

MILANO – “In Mancini rivedo qualcosa di mio padre, anche se non lo conosco personalmente vedo lo stesso atteggiamento di calma, mai toni alti, ma perentori, volontà assoluta di fare gruppo”. Lo ha detto a LaPresse Furio Valcareggi, figlio dell’indimenticato Ferruccio Valcareggi ct della Nazionale campione d’Europa nel 1968 a Roma. Per il ct “gli undici titolari sono quelli e nessuno li tocca, come ha fatto sempre mio babbo. Ma è stato anche molto bravo a coinvolgere i sostituti, come Locatelli”, aggiunge. Ricordando la doppia finale di Roma (all’epoca non c’erano i supplementari e i rigori, ndr) contro la Jugoslavia, Valcareggi Jr, che recentemente ha rivissuto quei momenti visitando i cimeli del Museo di Coverciano, dice: “Pochi lo ricordano, ma mio padre tra la prima e la seconda finale cambiò ben cinque giocatori. Un rischio assoluto, ma lui aveva capito che quei cinque stavano meglio. Fu una mossa geniale”.

 Ancora nel ricordare la notte magica dell’Olimpico, Furio Valcareggi sottolinea il carattere schivo del padre: “Non c’è una foto di mio padre con la coppa, se ne andò negli spogliatoi per dare meriti ai giocatori. Mi diede un bell’abbraccio e poi festeggiammo in casa con la famiglia. Tanti amici lo venivano a trovare. Ai tempi c’era meno visibilità di oggi”. Guardando alla partita di domenica, invece, il figlio di Ferruccio dichiara: “Il pensiero è che la sorte, il gioco, gli avversari ci danno conforto. Siamo stati bravi, siamo una squadra che ha un cervello orientato a vincere. Non abbiamo sbagliato un mossa”. “Come la nazionale di mio padre (finalista a Messico ’70 battuta solo dal Brasile di Pelè, ndr), anche questa squadra può crescere e vincere il Mondiale in Qatar. Nessuno ricorda i meriti di mio padre, visto che noi venivamo da 50 anni di buio”, conclude.

(LaPresse)

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