MILANO – Lorenzo Insigne ha già messo nel mirino l’Austria. Rimasto in panchina contro il Galles, Lorenzo il Magnifico è pronto a riprendere il suo posto in attacco. E a contribuire, con le sue giocate, a far continuare il sogno europeo degli azzurri. Un cammino che lo ha visto finora grande protagonista: in campo e nello spogliatoio, dove il capitano del Napoli suona la carica al gruppo facendo il dj. È stato lui a far scattare il coro ‘Notti magiche’ al rientro in albergo in quella che è già una delle scene simbolo della Nazionale all’Europeo.
La favola di Insigne
“Mi piace scherzare con il gruppo, metto spesso musica napoletana. Ma con ‘Notti magiche’ volevamo fare un regalo ai tifosi che non potevano assistere alla partita allo stadio, per far capire quanto ci teniamo a questa maglia”, ha raccontato in conferenza stampa. Così come i giovani del gruppo, anche Insigne sta vivendo Euro 2020 come una favola. “È la prima volta che vivo una competizione così importante da protagonista, ne sono orgoglioso. Sto dando più del 100% per aiutare la squadra e per ripagare la fiducia del mister, mettendo in campo tutte le mie qualità per arrivare a un solo obiettivo”, ha detto il 10 della Nazionale. Spiegando di sentirsi particolarmente a suo agio – e si è visto – nello scacchiere tattico di Mancini. “È un modulo più adatto alle mie caratteristiche, fa esprimere le nostre qualità”.
I segreti dell’attacco
E tra i segreti di un attacco che gira a mille c’è certamente un centrocampo formato da giocatori che “ci invidiano in tanti. Barella, Jorginho, Verratti, Locatelli: hanno grande qualità e intensità, a noi davanti danno una mano. Jorginho? È giusto che si parli di lui. Viene da anni stupendi col Chelsea, ha vinto da protagonista. È un orgoglio per noi avere un giocatore come lui in squadra. Il Pallone d’Oro? Non spetta a me decidere se lo merita, spero sarà nella lista. Siamo amici, è un grande giocatore. Lo chiamiamo il Professore e siamo contenti di averlo”.
Ma, al di là dei discorsi tattici, “la nostra forza è sicuramente il gruppo”, ha ricordato Insigne. E ora questa Nazionale fa paura a tutti. “Le altre squadre adesso vogliono evitarci? È un orgoglio”, ha detto. “Siamo partiti che nessuno puntava su di noi. Ma siamo sempre stati sereni, con i piedi per terra, lavorando duro. E dobbiamo continuare così. Non abbiamo fatto ancora nulla. Abbiamo vinto il girone, ma il nostro obiettivo non era questo, bensì arrivare fino in fondo”. E a chi punzecchia gli azzurri sostenendo che finora non hanno affrontato nessuna big, l’attaccante napoletano non intende rispondere: “Le squadre del girone non le abbiamo decise noi. Pensiamo solo a fare il nostro calcio, preparando partita dopo partita”.
Italia contro Austria
La prossima vedrà i ragazzi di Mancini scendere in campo sabato a Wembley contro la rivelazione Austria. Il 10 azzurro mette tutti in guardia: “È una squadra che corre tanto, che pressa, che fa riaggressione alta appena perde la palla. Dobbiamo studiarli, ma dobbiamo pensare a quello che dobbiamo fare noi, questa è la cosa più importante. La prepareremo per andare a Londra una grande prestazione”. Magari con la firma proprio di Insigne. A Wembley del resto ha già segnato, in amichevole, contro gli inglesi. “È il sogno di tutti segnare in questi stadi così importanti. Spero di fare una grande partita con la squadra. Ma se non arriva il gol, l’importante è vincere le partite”.
Di certo, il suo tiro a giro ormai è un marchio di fabbrica: “Devo studiare qualche alternativa… i portieri si avviano prima adesso. Mi alleno e cerco sempre di perfezionarlo, spero che arrivino altri gol, anche normali, per far vincere la squadra”, ha dichiarato. Per l’attaccante del Napoli un’estate da protagonista in attesa di definire il suo futuro. “Penso solo a giocare l’Europeo, dopo ci sarà tempo per parlare con la società”, ha tagliato corto. Volgendo lo sguardo indietro, invece, Insigne non prova rimpianti. “Ho sempre avuto due sogni, giocare col Napoli e indossare la fascia. Si sono avverati entrambi”. E chissà che proprio nel tempio di Wembley non potrebbe avverarsene un altro…
(LaPresse)