ROMA – La sfida di Monaco contro il Belgio si avvicina con il suo carico di tensione e quel pizzico di leggerezza che aiuta a tenere i nervi saldi. A Coverciano si continua a fare il pieno di autostima studiando gli ultimi dettagli sul fronte tecnico-tattico per affrontare la prima del ranking. Battere i ‘Diavoli Rossi’ significa spalancarsi le porte delle semifinali di Euro 2020, tornare a Wembley, continuare a sognare in grande e accarezzare il Paradiso. L’obiettivo per arrivare in alto però è non farsi condizionare dai numeri e dai dati statistici che possono vantare i prossimi avversari. Perché la squadra di Lukaku comanda la classifica Fifa ma “ogni squadra ha dei punti deboli con situazioni dove si può colpire e se fossi l’allenatore cercherei di trovarli e vedere anche i punti forti per cercare di evitarli”. Parole di Jorginho, il ‘Professore’, l’uomo insostituibile del gruppo azzurro, il giocatore che il ct Mancini ha sempre schierato in questo torneo anche per le sue doti da ‘direttore d’orchestra’. E’ lui la mente del gioco, l’uomo di raccordo.
E a due giorni dalla sfida in terra tedesca, il centrocampista azzurro del Chelsea, anche senza palla, seduto dietro ad un microfono, dispensa sicurezza e calma, tratteggiando per la Nazionale parole piene di fiducia: “Cosa può avere l’Italia più del Belgio? Speriamo la fame di vincere, visto che questo gruppo ne ha tanta. Speriamo che la sorpresa sia l’Italia, noi continuiamo a crederci. Dobbiamo crederci, continuiamo a lavorare tanto, vediamo dove si può arrivare”. L’idea è quella di andare oltre senza paura provando a spegnare la furia dei ‘Diavoli Rossi’. C’è ancora incertezza sul possibile recupero di De Bruyne, uscito malconcio dopo la sfida contro il Portogallo, pedina fondamentale per il gioco dei belgi.
“Il ct Mancini non mi ha chiesto consigli su come fermarlo. E’ un giocatore che fa la differenza, credo che abbia una intelligenza calcistica di altissimo livello, sopra il normale, cercare di fermarlo è difficile perché trova sempre degli spazi. Una maniera è cercare di limitare gli spazi tra le linee, in quello è molto bravo Quando si gira e vede il campo è veramente molto pericoloso”, ha aggiunto Jorginho. Un’altra prova convincente contro i belgi alzerebbe ancora di più la quota di Jorginho, che potrebbe anche proiettarlo verso una candidatura per il Pallone d’Oro. Lui però non vuole sentirne parlare e resta con i piedi per terra: “Ovviamente tutto quello che accade è solo una conseguenza del lavoro che viene svolto. La mia priorità sinceramente è vedere il gruppo, per me viene sempre prima di tutto. Gioire insieme a tanti compagni e tanti amici è molto più bello che gioire da solo, perciò penso sia più importante la vittoria collettiva”. Intanto il gruppo azzurro, finalmente al completo, ha riabbracciato Alessandro Florenzi, che ha lavorato con i compagni a Coverciano a quasi 20 giorni dall’infortunio al polpaccio subìto all’esordio contro la Turchia.
Dall’altra parte c’è il Belgio che conosce molto bene il calcio italiano. Dall’interista Lukaku al napoletano Mertens, non sono pochi i giocatori che incrociano i destini degli azzurri. “Sarà una partita speciale. Vivo in Italia da otto anni. E’ una squadra in fiducia, hanno giocato bene tante partite senza prendere gol e ne hanno vinte tante. Hanno giocatori giovani e d’esperienza. Giocano un grande calcio. Sono una squadra che ha impressionato tutti in questo torneo”, ha dichiarato l’attaccante del Napoli. “Di cosa ho bisogno? Vincere il torneo è tutto ciò che conta per me”, ha sottolineato sottolineando la solidità di un gruppo che vuole raccogliere quanto seminato al Mondiale. Lo ribadisce anche il centrocampista belga del Leicester, Youri Tielemans: “Abbiamo sicuramente imparato la lezione dalla Coppa del Mondo 2018. Da allora abbiamo giocato a un calcio più realistico. Sappiamo che dobbiamo concretizzare le opportunità. Ed essere decisivi al momento giusto”. L’Italia è avvertita.
(Lapresse – Luca Masotto)