ROMA– “Se venisse approvato l’emendamento presentato dal partito di Renzi, sul ripristino dello scudo penale per ArcelorMittal, si aprirebbe una fase drammatica per lo stato di diritto del nostro paese, facendo un salto nel buio che porterebbe la situazione indietro di decenni”. Così in una nota Angelo Bonelli, coordinatore nazionale della Federazione dei Verdi.
Il problema
“Andrebbero persi decenni di conquiste giuridiche e ambientali – prosegue l’ambientalista – perché in nessuna parte del mondo esiste uno scudo penale per chi abbia attività industriali: se inquini, vieni sanzionato dalla legge. Proprio il gruppo franco-indiano ArcelorMittal ha avuto la contestazione di gravi violazioni delle leggi ambientali in tutto il mondo. Tanto per fare alcuni esempi, è in corso una contestazione presso il Tribunale francese per sversamento di inquinanti presso il fiume della Mosella. In Canada ci sono 39 capi di accusa che contestano irregolarità ambientali nella miniera Fermont. Ad agosto nello stato dell’Indiana (USA), l’Agenzia per la protezione dell’ambiente ha contestato all’azienda lo sversamento di cianuro in un fiume. Infine il Presidente della Repubblica ucraino ha contestato violazioni per il mancato risanamento ambientale di alcune aree. Questo dimostra che solo in Italia ad ArcelorMittal verrebbe concessa, addirittura erga omnes, vale a dire per tutti gli impianti sul territorio italiano analoghi a quello di Taranto, l’immunità penale, come non accade in nessuna parte del mondo”.
L’accusa
“Chi oggi parla a raffica di questa vicenda nelle trasmissioni televisive, sono coloro i quali hanno avuto enorme responsabilità in questi sette anni, perché pensavano che l’ex Ilva si potesse risanare pur continuando a farla produrre, ma tutti sanno che questo era impossibile. È come se avessimo un’automobile guasta e che fa fumo: nessun buon padre o madre di famiglia andrebbe in giro scarrozzando la propria famiglia su quel mezzo, la porterebbe immediatamente dal meccanico e la fermerebbe per aggiustarla. È quello che hanno fatto i tedeschi a Duisburg, dove l’impianto è stato fermato, demolendo le cokerie di acciaio, ricostruendo con nuove tecnologie e lontano da centri abitati”.
“Approvare lo scudo penale – conclude Bonelli – significherebbe sancire per legge la libertà di inquinare, attentando la salute cittadini. Infine è assolutamente falso chi afferma che ArcelorMittal non può rispondere per reati accaduti nel passato, giustificando così lo scudo penale, poiché il nostro ordinamento giuridico e l’art. 27 della Costituzione affermano che la responsabilità penale è personale quindi l’azienda franco-indiana non può rispondere di eventi e reati compiuti nel passato”.
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