Ex Ilva, Conte a Taranto tra gli operai: “Non ho la soluzione in tasca”. Bagarre M5S-Pd su scudo

Il governo scende in campo a Taranto. Mentre il titolare del Mise Stefano Patuanelli 'sdogana' la nazionalizzazione dell'Ex Ilva e continua la sfida M5S-Pd sullo scudo, Giuseppe Conte vola nella sede della più grande acciaieria europea per incontrare i dipendenti.

Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse

ROMA – Il governo scende in campo a Taranto. Mentre il titolare del Mise Stefano Patuanelli ‘sdogana’ la nazionalizzazione dell’Ex Ilva e continua la sfida M5S-Pd sullo scudo, Giuseppe Conte vola nella sede della più grande acciaieria europea per incontrare i dipendenti. Un atto quasi dovuto vista la crisi scoppiata dal recesso di Arcelor Mittal, con una fase di stallo che potrebbe risolversi solo in un incontro con l’azienda dall’esito incerto. Il premier arriva dopo le 17, atteso da centinaia di persone, con una tensione papabile. Tante grida di protesta e il coro dei tarantini: “Noi vogliamo vivere, la fabbrica va chiusa”.

L’incontro

Davanti al cancello dello stabilimento cittadini e cassintegrati, che vedono nell’ex Ilva il mostro che “fa morire i nostri figli”. Conte, però, non si mostra spaventato e in giacca e camicia cerca di parlare face to face quasi con ciascuno, volendo capire quale siano davvero le richieste. La sentenza, fuori dall’azienda, non fa sconti nè al governo nè a Mittal: “Nessuno scudo, Ilva va chiusa” è il grido unanime. Il presidente del Consiglio calma gli animi più ‘tubolenti’, ascolta con attenzione ma non nega di non avere “una soluzione in tasca”. Il premier a fatica entra nella struttura,portandosi dietro una lunga processione, ed è qui che si manifesta l’altra Taranto, quella degli operai che non vogliono andare a casa e che pretendono una nuova Ilva. Conte partecipa al consiglio permanente di Fim, Fiom e Uilm, ed il clima è totalmente diverso. Dal “non ci rappresenta” si passa all’applauso e alla soddisfazione: “Siamo contenti che sia venuto”. Lo sciopero durerà fino alle 7 di sabato e dai sindacati arriva la soddisfazione per la riuscita: “Impianti fermi a Taranto nonostante il tentativo di precettazione dei lavoratori da parte della direzione aziendale – ha spiegato Valerio D’Alò, segretario nazionale Fim Cisl – L’azienda deve cambiare linea e deve soprattutto ritirare la procedura”.

Lo stallo

Sul tavolo però rimane sempre lo stesso nodo: a che punto è la trattativa con Mittal? Dopo l’ultimatum di 48 ore dell’esecutivo, di fatto non è mai partita e, secondo quanto si apprende, un nuovo incontro sarebbe fattibile solo la prossima settimana, presumibilmente martedì. La battaglia ora è tutta politica, con Patuanelli che ammette: “Nazionalizzare non è un tabù”. Coinvolgendo magari Cassa Depositi e Prestiti, anche perché Jindal ha smentito ufficialmente ogni interesse. La battaglia sull’ex Ilva è ad ora molto politica, con lo scudo penale che rimane assai divisivo. A quanto si apprende, nell’incontro di stamane tra il capo politico, Luigi Di Maio, e i direttivi dei gruppi parlamentari di Camera e Senato, sarebbe emersa chiaramente la spaccatura interna, con la maggioranza dei portavoce totalmente contraria alla soluzione di introdurre lo scudo. “Io ho letto, e non so se sia vero, che il Pd vuole presentare un emendamento” sullo scudo penale ad Arcelor Mittal, “quello è un problema, un problema per il governo”, ha spiegato il capo politico. I dem al momento temporeggiano, auspicando che si trovi prima un’intesa sugli esuberi per dover evitare di presentare un emendamento per rimettere in gioco la tutela legale.

E mentre la Consulta chiede ad un giudice di valutare un eventuale tutela, i commissari dell’Ilva in amministrazione straordinaria chiederanno la proroga del termine del 13 dicembre fissato dal Tribunale per mettere in sicurezza l’Altoforno 2. Intanto il mondo bancario va in soccorso nell’emergenza Ex Ilva: UniCredit ha sospeso per un periodo fino a 12 mesi le rate dei finanziamenti per i dipendenti e i fornitori clienti.

di Alessandro Banfo

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