ROMA – Si spengono i motori ma le polemiche rombano e sono talmente violente da risultare assordanti. Dopo il ‘kolossal’ andato in scena ad Abu Dhabi che ha stregato gli appassionati di tutto il mondo, il Mondiale di F1 conquistato all’ultimo giro da Max Verstappen su Lewis Hamilton rischia di correre su altre piste, quelle della giustizia sportiva. La Mercedes dopo che si è visto respingere dai commissari i due ricorsi sul regolamento in merito al ‘modus operandi’ della safety car, non intende darsi per vinta. Ma come riporta la stampa inglese, pur gridando allo scandalo e a quello che il ‘Daily Mail’ considera un ‘furto’, la scuderia tedesca starebbe anche valutando la possibilità di rinunciare al ricorso e fare un passo indietro. Un po’ per rassegnazione e un po’ per salvare la faccia. Da regolamento il team ha 72 ore per fornire ulteriori prove per avviare una nuova indagine da sottoporre alla Corte federale di Parigi. Prevarrebbe però una sorta di acquiescenza anche per non rovinare l’immagine di un team che mostrerebbe di non accettare la sconfitta sul campo. Tutto ruota attorno all’interpretazione del regolamento che ha scatenato l’ira del team principal della Mercedes, Toto Wolff.
Tutte le vetture che sono state doppiate dal leader sono tenute a superare le vetture nel giro del leader e la Safety Car, recita l’articolo 48.12. Ma il commissario Masi pasticcia, rinuncia alla bandiera rossa per una nuova ripartenza, vieta ai doppiati di superare salvo poi, su evidente pressione del muretto Red Bull, dare il via libera e stabilire la ripartenza al termine di quello stesso giro. Questo per evitare che la gara si concludesse con le vetture dietro una safety car e dunque senza la bagarre finale. Da qui l’idea di ricorrere in appello.
Tutto nasce dall’incidente del pilota della Williams Nicholas Latifi che ha innescato l’ingresso della safety car a quattro giri dal termine cambiando di fatto l’esito della corsa. Il canadese ha tenuto a precisare che non era sua intenzione influenzare la battaglia per il titolo di Formula 1 tra Lewis Hamilton e Max Verstappen. “La curva 9 dove sono andato a sbattere contro le barriere è stata per me difficile per tutto il weekend. Con gomme sporche ho commesso un errore e ho rovinato la mia gara. Fino ad allora non ero a conoscenza della situazione in pista”, ha spiegato cercando di restare fuori dalla mischia. In molti hanno fatto il confronto tra Latifi e Timo Glock, il pilota tedesco che giocò indirettamente un r un ruolo decisivo nell’ultima gara della stagione 2008 per l’assegnazione del titolo. In difficoltà con le gomme da asciutto su una pista ormai completamente bagnata, Glock fu superato da Lewis Hamilton alla penultima curva del Gp del Brasile, permettendo così al pilota inglese di conquistare il quinto posto ed il titolo iridato per un punto di vantaggio sul ferrarista Felipe Massa. Allora ad Hamilton la sterzata del destino gli fu favorevole. Stavolta la fortuna si è capovolta. Dopo sei mila chilometri in pista tutto si è dissolto in un istante. E pensare che Latifi è il figlio del miglior amico di Toto Wolff. La nemesi in un mondiale epico.
di Luca Masotto