NAPOLI – All’alba di lunedì un’altra spallata da parte degli uomini della Squadra Mobile guidati dal capo Giovanni Leuci e dal vice questore Peppe Sasso ai clan di Pianura. Arrestati in 12. Sono ritenuti vicini ai Carillo e agli Esposito-Calone-Marsicano. Si tratta delle due cosche che negli ultimi anni hanno dato vita a una sanguinosa faida di camorra per il controllo delle piazze di spaccio e dei business criminali. Nel blitz di inizio settimana è stato anche arrestato il presunto killer di Antonio Gaetano, il 20enne ammazzato a colpi di pistola nel marzo del 2023. Ferito agli Chalet di Mergellina il 12 marzo, morì in ospedale il 23 dello stesso mese per le ferite riportate.
A quanto risulta agli investigatori a premere il grilletto sarebbe stato Emanuele Bruno, 24enne vicino ai Carillo. Pare che lo fece per punire un’offesa inoltrata da Antonio Gaetano. La morte di ‘Biscotto’ rappresentò il primo passo del declino di Marsicano. Tra i destinatari dell’ordinanza notificata lunedì anche Emanuele Marsicano, elemento di spicco della cosca. Sembrerebbe che la retata di inizio settimana possa rappresentare la mazzata definitiva sulle ambizioni dei reduci degli eredi dei Mele di rimettere in piedi la cosca.
Secondo le accuse Emanuele Marsicano avrebbe voluto guidare la rinascita dal carcere utilizzando telefoni cellulari. Ma sarebbe stato scoperto. Nei suoi confronti un altro arresto. I Carillo, invece, sarebbero ancora in piedi. L’inchiesta culminata con gli arresti effettuati lunedì, avrebbe portato alla luce la presenza di un gruppo criminale riconducibile agli eredi dei Pesce-Marfella. Sarebbe quello dei Cuffaro, che pare abbia il suo quartier generale in via Torricelli, dove è stata aperta una fiorente piazza di spaccio. Secondo le informative della polizia, i Carillo-Cuffaro si sarebbero rintanati in via Torriccelli anche per difendersi dagli attacchi dei gruppi emergenti. I Marsicano, invece, pare che siano usciti di scena.