Napoli, patto per salvare le piazze di spaccio a Pianura durante la faida

L’ipotesi di una intesa tra i boss: niente raid armati nei bunker degli stupefacenti

NAPOLI – Pianura ad alta tensione. I commando si fermano. E la polizia registra uno strano silenzio tra il rione Cannavino e via Napoli. Non si spara più. Ma per gli investigatori è perché ora ci sono sentinelle a sorvegliare le palazzine. E se entra un sospetto, scatta l’inseguimento, fino a fermarlo per un ‘controllo’. Si finisce così nel mirino dei rivali in pochi secondi. Ecco perché non si segnalano ‘stese’. Non certo per una tregua: nessuna pace è consentita. Nemmeno un accordo per sospendere le ostilità.
Da una parte i Carillo-Perfetto, dall’altra i Calone-Esposito-Marsicano. Questi ultimi chiedono strada, mentre i primi lanciano le controffensive per difendere il Cannavino. In una escalation che sembra interminabile.

La polizia sa che la battaglia non è finita. E le due paranze potrebbero studiare ora strategie, per chiudere la partita il più in fretta possibile. Quando la tensione è troppo alta, vengono chiuse anche le piazze di spaccio, per il timore di ritorsioni. Sono il primo obiettivo sensibile in una faida. O comunque vengono sorvegliate da uomini armati.
Le forze dell’ordine nelle ultime 48 ore hanno effettuato un giro di ricognizione e raccolto dichiarazioni in via confidenziale. Così hanno accertato un fatto più unico che raro: qui a Pianura nonostante la guerra, le postazioni per vendere stupefacenti sono aperte. A tuttoggi. Come è possibile? Ecco il sospetto: le due fazioni hanno raggiunto un accordo per salvare le casse e salvaguardare gli introiti della droga.

Niente spari, nessuna incursione nelle piazze di spaccio rivali. Potrebbe anche essere una intesa tacita. Anche se gli inquirenti credono poco a questo tipo di sistema. Molto più probabile che i boss si siano visti in una zona franca con tutte le ‘garanzie’ e abbiano deciso di ‘salvare’ i market degli stupefacenti. Conviene a tutti. Altrimenti qui si chiude bottega nel giro di pochi mesi: lo spaccio è il principale business per i clan a Pianura. E i ras provano in tutti i modi a salvaguardare gli interessi economici.
In questo clima da guerra fredda i gruppi armati hanno poco margine di manovra. Quasi zero. Sarebbero intercettati subito all’ingresso del Cannavino. Ma non è detta l’ultima parola. Quando la tensione comincia a salire di nuovo tra i boss, i clan imbracciano le armi. E lo fanno nel giro di 24 ore.

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