CASAL DI PRINCIPE – Un peso criminale imponente, riconosciutogli da chi è attivo nel mondo della droga. Un ruolo chiave nelle dinamiche delinquenziali casertane, tale da consentirgli, se sollecitato, di provare a dirimere scontri tra bande di pusher. Ad avere queste caratteristiche, secondo la Direzione distrettuale antimafia di Napoli, è Gaetano Diana, figlio di Elio, storico esponente del clan dei Casalesi (cognato del boss Francesco Schiavone, detto Cicciariello).
Una tesi che il pm Maurizio Giordano ha messo nero su bianco nel ricorso presentato in Corte d’appello, con cui vuole ribaltare la sentenza di assoluzione che Diana ha incassato in primo grado.
Nel rivolgersi ai giudici di secondo grado, il magistrato ha riportato un episodio in cui il giovane di Casale sarebbe stato chiamato a intervenire in una faida a Capua. A raccontarlo è un pusher caleno, che avrebbe chiesto l’intervento proprio del figlio di Elio Diana: era entrato in conflitto con i Mandesi (legati ai Monaco, figure chiave nel commercio di narcotici a Capua e nell’Agro caleno) per la suddivisione delle piazze di spaccio.
Gaetano Diana, che avrebbe – dicono gli investigatori – solidi rapporti con Emanuele Libero Schiavone, è accusato di aver fatto parte di un’organizzazione criminale dedita allo smercio di narcotici, gruppo che avrebbe agito con modalità mafiose. Come detto, in primo grado, difeso dall’avvocato Alfredo Santacroce, è stato assolto e ora la Dda ha portato la sua posizione in Corte d’appello. Tra gli elementi a sostegno della tesi degli inquirenti, oltre alla vicenda della faida capuana, ci sono anche le dichiarazioni di Francesco Zagaria, detto Ciccio ‘e Brezza, che ha legato Diana alla gang di cui avrebbe fatto parte pure Teresa Vitola, sorella del collaboratore di giustizia Massimo. Zagaria non è il solo collaboratore di giustizia ad aver parlato di Diana: lo hanno fatto pure Giuseppe Basco, che deve la sua notorietà alle rivelazioni sull’asse della droga Formia-Casal di Principe, e Salvatore Orabona di Trentola Ducenta (a quest’ultimo da diversi anni, però, è stato revocato il programma di protezione).
© RIPRODUZIONE RISERVATA