
Nel salone d’onore del CONI a Roma si è svolta l’edizione 2025 di Fair Play for Life, quarto appuntamento dedicato alla promozione della cultura del rispetto, della correttezza e della lealtà. L’evento, ideato e coordinato da Ruggero Alcanterini, presidente del CNIFP, con il contributo dei vicepresidenti avv. Ezio Bonanni e Renato Mariotti e del segretario generale Roberto Antonangeli, ha visto la partecipazione di numerose figure istituzionali, sportive e culturali unite dall’obiettivo di rafforzare un’etica condivisa. Tra le presenze di rilievo spiccavano l’on. Roberto Novelli e il sottosegretario Paola Frassinetti. Di particolare significato è stata anche la partecipazione di Abdul Aziz Sarhan, direttore della Lega Mussulmana Mondiale. Con quest’ultimo si è realizzato un importante scambio di riconoscimenti. Accanto alla torcia olimpica originale del 1960, concessa dalla famiglia Garroni, l’edizione di quest’anno ha assunto un valore ancora più evocativo. Alcanterini ha affermato di aver voluto creare una staffetta ideale, una trasmissione etica tra i premiati e la storia del Paese, proprio alla vigilia dell’accensione della fiamma per Milano-Cortina 2026. Il legame tra memoria sportiva e responsabilità civile ha definito l’atmosfera dell’intera giornata. Nello stesso scenario simbolico, il giudice Fabio Massimo Gallo, già presidente della Corte d’Appello di Roma, ha spiegato che il fair play non è un semplice formalismo, ma un comportamento che nasce dal rispetto verso gli altri e che dovrebbe diventare un vero “abito mentale”. La ricorrenza del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ha ampliato ulteriormente il senso dell’evento, trasformandolo in un momento di riflessione sulle responsabilità individuali e collettive. L’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e vicepresidente CNIFP, ha ribadito che il Fair Play continuerà a sostenere i valori della non violenza e ha ricordato il premio assegnato al giornalista ambientalista Luigi Abbate per il suo contributo in ambito civile, ambientale e istituzionale. Abbate è inoltre coordinatore ONA Regione Puglia ed ex presidente del Consiglio Comunale di Taranto. È stato più volte evidenziato che la violenza rappresenta l’antitesi assoluta del fair play e che educare alla legalità e alla buona fede è un dovere imprescindibile. Paola Vegliantei, presidente dell’Accademia della Legalità, ha raccontato le numerose iniziative portate in tutta Italia e ha ricordato quanto sia fondamentale intervenire fin dalle scuole primarie, soprattutto nei territori dove la famiglia non è in grado di affrontare da sola i temi del rispetto e della tutela. Anche il consigliere della Corte di Cassazione Nicola De Marinis ha ribadito che il contrasto alla violenza richiede norme severe ma non può prescindere da una rifondazione culturale. Senza ricostruire il filo delle relazioni e restituire alla società la capacità di riconoscere il valore della donna, nessuna legge potrà essere sufficiente. Renato Mariotti, sindaco di Loreto Aprutino e primo sindaco fair play d’Italia, ha sottolineato che la radice della violenza sulle donne è culturale e che per questo il cambiamento deve partire dalle scuole e dai più giovani. Solo una crescita basata sul rispetto potrà rendere un giorno superflui eventi di sensibilizzazione. La campionessa mondiale di marcia Giuliana Salce ha ricordato che il fair play è un valore “eccezionale”, un insegnamento che dovrebbe entrare stabilmente nelle scuole per sviluppare onestà, lealtà e moderazione nei comportamenti quotidiani. Rivolgendosi alle donne vittime di violenza, ha lanciato un appello affinché le istituzioni non le abbandonino. Durante la cerimonia sono stati premiati anche Luciana Marcellini, icona del nuoto italiano, la tifoseria Brigata Rualis, il rappresentante del mondo circense Gaetano Montico, la dottoressa Laura Mazza, la giornalista e docente Luisa Rizzitelli, presidente dell’Associazione Nazionale Atlete. Il generale Federico Sepe ha presentato il calendario del centenario dell’UNUCI e ha illustrato le attività culturali, formative e sportive promosse dall’associazione, richiamando il forte legame tra disciplina, etica e spirito di servizio propri della tradizione militare e i principi del fair play. Pasquale Trabucco, presidente nazionale del Comitato 4 Novembre e vicepresidente dell’Associazione Nazionale del Fante, ha spiegato che essere accanto agli altri e per gli altri dà senso al concetto stesso di fair play. Ha ricordato inoltre che le organizzazioni del territorio stanno cercando di trasmettere questi valori alle nuove generazioni attraverso attività sociali e materiali didattici. Il generale Giampiero Cardillo, storico membro dell’ONA e del comitato tecnico scientifico, ha ribadito che essere presenti a questo tipo di iniziative significa segnare l’inizio di un percorso rivolto soprattutto alle fasce deboli. Cardillo ha affermato con forza che il Fair Play significa amore per il prossimo e ha ricordato che l’amianto continua a rappresentare un’emergenza che non può essere ignorata. La Fondazione ENPAM 5×1000 ha portato la propria testimonianza, sottolineando quanto l’inclusione, la prevenzione e l’assistenza siano parte integrante della stessa idea di fair play, inteso come strumento sociale che tutela la salute e supporta le comunità. Il saluto di Mario Virgili ha aggiunto un richiamo ulteriore all’etica e alla responsabilità. Tra i premiati figuravano anche Attilio Parisi, presidente SISMes, la professoressa Anna Giugliano, la soprano Lucia Rubedo, testimonial ufficiale del Fair Play Italiano, Gianluca Guerrisi, presidente di Argos Forze di Polizia per il sociale, Giulio Civitella, maratoneta e membro della Marina Militare, Fausto Zilli, che ha dedicato il premio alla famiglia, Marco Praticò, esperto di Shiatsu e Focusing, e Massimiliano Iannuzzi Mungo, primario chirurgo. Fair Play for Life 2025 si è confermato come un luogo di incontro tra storie diverse ma unite da un’unica visione, ossia costruire una società fondata sull’etica, sul rispetto dell’altro, sulla protezione dei più fragili e sulla consapevolezza che una comunità giusta nasce dall’educazione e dalla responsabilità condivisa. Una torcia ideale che passa di mano in mano e che, proprio come quella olimpica, continua a illuminare il cammino verso un futuro più equo.



















