MILANO – Alla vigilia del consiglio di amministrazione di Renault convocato per decidere sulla proposta di fusione di Fiat Chrysler Automobiles, il governo francese avanza ulteriori richieste per dare luce verde all’operazione. A Parigi, maggiore azionista della casa della Losanga con il 15%, non bastano più le garanzie sulla protezione di siti industriali e posti di lavoro, governance equilibrata e auto elettrica. L’esecutivo francese mette sul piatto altri punti fermi per far pendere la bilancia a favore dell’interesse nazionale. Nel weekend, infatti, il presidente di Fca, John Elkann, è stato a Parigi per accelerare sull’accordo. E ha incontrato il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire.
Le rassicurazioni del vicepremier Di Maio
E da Roma interviene invece il ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio che assicura: “Sono in contatto con i vertici di Fca. Stiamo seguendo come Governo l’operazione che, vista la portata, vede il nostro Paese tra i suoi protagonisti. Stiamo monitorando l’operazione per conoscere il notevole valore aggiunto che dovrà portare all’Italia, lo Stato ha già supportato e supporta Fca”.
Parigi vuole più garanzie
Secondo un portavoce del governo francese, Le Maire ha visto Elkann sabato e gli ha comunicato che la Francia è d’accordo sulla combinazione “alla pari” 50-50. Ma vuole, nel caso in cui la fusione si realizzasse, la sede operativa a Parigi, un dividendo speciale per i soci Renault, che detiene il 43% del partner dell’alleanza Nissan, e una sedia per il governo francese nel cda del nuovo gruppo. Le Maire, inoltre, ha incontrato domenica il presidente di Renault, Jean-Dominique Senard.
L’incontro Elkann-Le Maire
Il portavoce ha spiegato che Le Maire pretende anche garanzie per Senard, che dovrà restare ceo di Fca-Renault per almeno quattro anni. Infatti, spiega ‘Le Monde’, l’intesa sull’organigramma c’è e a Elkann sarebbe garantito il posto di presidente, come da voci dei giorni scorsi. Secondo una fonte del quotidiano francese, tuttavia, la proposta di Fca, che godrebbe del favore dei vertici aziendali della Losanga, “non può diventare un prendere o lasciare” in ogni caso. E Parigi continuerà a guardare “all’affare nella sua interezza, per capire se sia giusto o meno”. Insomma, se il board di Renault darà l’ok all’avvio delle trattative in esclusiva con Fca, il governo francese potrebbe diventare un terzo incomodo.
Le perplessità del gruppo Nissan
Ma Parigi non è l’unico potenziale ostacolo. Nissan, che insieme con Mitsubishi è alleato di Renault, dopo aver aperto con cautela all’integrazione Fca-Renault avverte ora i due gruppi che non assisterà passivamente ai loro negoziati. Il ceo di Nissan, Hiroto Saikawa, rilascia una nota per dichiarare che la fusione può creare “nuove opportunità” nell’alleanza. Ma una volta realizzata “richiederebbe una revisione fondamentale della relazione esistente tra Nissan e Renault” perché “altererebbe in modo significativo la struttura del nostro partner” francese. Infine, dichiara ancora il capo esecutivo della casa giapponese, “dal punto di vista della protezione degli interessi di Nissan”, il gruppo nipponico “analizzerà e considererà i suoi rapporti contrattuali esistenti e il modo in cui dovremmo operare nel business in futuro”.
La lettera di Manley ai dipendenti
L’operazione, insomma, è ambiziosa ma deve affrontare diversi rischi di esecuzione. Lo stesso a.d. di Fca, Mike Manley, aveva anticipato in una lettera ai propri dipendenti che l’integrazione avrebbe potuto richiedere oltre un anno. Il titolo di Fca arretra a Piazza Affari per la quinta seduta di fila, dopo il balzo dell’8% della settimana scorsa all’annuncio della proposta di nozze con i concorrenti transalpini.
Il premier Conte segue gli sviluppi dell’accordo
Oggi le azioni cedono lo 0,56% a 11,37 euro, pagando in particolare la richiesta di Le Maire di una cedola straordiaria prima della fusione. La proposta di Fca contiene, tra l’altro, una cedola extra da 2,5 miliardi di euro ai propri soci per riequilibrare il valore di mercato dei due gruppi. Sul fronte italiano il premier Giuseppe Conte assicura di seguire l’operazione “con molta attenzione”, ma non intende “orientare” quanto “conservare” l’occupazione.
(LaPresse/di Lorenzo Allegrini)