Fed, Powell debutta a Jackson Hole con un ‘whatever it takes’

L'atteso discorso di apertura al simposio di Jackson Hole del banchiere centrale

Federal Reserve Board Chairman Jerome Powell testifies during a Senate Banking, Housing and Urban Affairs Committee hearing on Capitol Hill in Washington, DC, March 1, 2018. / AFP PHOTO / SAUL LOEB

MILANO (AWE/LaPresse) – Nell’atteso discorso di apertura al simposio di Jackson Hole, il tradizionale vertice di fine agosto organizzato dalla Fed di Kansas City, il “debuttante” Jerome Powell ha fatto proprio il “whatever it takes” del collega europeo Mario Draghi. Fornendo al contempo conferme sulla rotta scelta dalla Federal Reserve di cui è governatore.

Il debutto di Jerome Powell e le prospettive 

Il banchiere centrale, alla sua prima partecipazione in questa veste all’appuntamento annuale, ha ripreso l’ormai iconica espressione pronunciata nel 2012 dal numero uno della Bce. Per dirsi certo che il braccio monetario della Fed “farà tutto il necessario” qualora le attese sull’inflazione deragliassero dal percorso ottimale. Sottolineando come una affermazione di questo tipo sia più efficace di un vago “faremo cauti passi verso il fare ciò che è necessario”. Non che dal punto di vista dei prezzi si profilino comunque emergenze all’orizzonte. Lo stesso Powell ha infatti evidenziato come il dato sia vicino all’obiettivo del 2% e non ci siano chiari segnali di una accelerazione al di sopra di tale soglia.

Trump cerca l’appoggio della banca centrale

Nel suo intervento, il governatore ha parlato anche di una economia statunitense forte e che non pare essere a “elevato rischio di surriscaldamento”. Sottolineando come ci siano “buone ragioni per attendersi che questa forte performance continui”. Ad alzare la temperatura intorno alla Federal Reserve, d’altra parte, era stato nei giorni scorsi il presidente degli Stati Uniti in persona. In un’intervista rilasciata a Reuters, Trump si era infatti detto “poco entusiasta” per i rialzi dei tassi decisi dalla banca centrale. Dalla quale vorrebbe un maggiore supporto alla spinta che intende dare all’economia statunitense.

Graduale processo di normalizzazione

Senza ovviamente citare in alcun modo l’inquilino della Casa Bianca o le sue prese di posizione, Powell ha dal canto suo spiegato oggi che il braccio monetario della Fed cerca costantemente di evitare due errori. Da una parte il “muoversi troppo in fretta accorciando l’espansione”. Dall’altro il “muoversi troppo lentamente rischiando un surriscaldamento destabilizzante”.

Detto questo, ha confermato che il “processo di normalizzazione”, avviato con i graduali aumenti dei tassi e con la riduzione del bilancio dell’istituto, rimane a giudizio dei membri del Comitato per la politica monetaria “appropriato”. Parole accolte con favore dai mercati. Con i principali indici di Wall Street che subito dopo il discorso di Powell hanno rafforzato i guadagni di una sessione partita già sul piede del moderato rialzo.

di Marco Valsecchi

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