Femminicidio, Carfagna: “Non esiste una ragione accettabile”. Annibali: “Passo indietro”

Le deputate di Forza Italia e Pd lanciano l'allarme sul diritto delle donne a essere difese da qualsiasi tipo di violenza

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse in foto Mara Carfagna

ROMA“Prima era il raptus, adesso è la ‘tempesta emotiva’ di un uomo in preda a sentimenti abietti. Una sentenza può essere tecnicamente inoppugnabile eppure rivelare una cultura perniciosa e che porta indietro il nostro Paese. Come quella di Bologna che, nelle sue motivazioni, riconosce la gelosia come una sorta di giustificazione per l’assassino”.Così Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia, in un post su Facebook.

Femminicidio, la denuncia di Mara Carfagna

Prosegue la deputata: “Le buone leggi non bastano se non sono applicate con il massimo rigore. Ma soprattutto con la salda convinzione che non esiste alcuna ragione accettabile per il femminicidio”.

Lucia Annibali: si teme un preoccupante passo indietro

Sulla questione si è espressa anche Lucia Annibali,
deputata del Pd e avvocato, vittima di un’aggressione con l’acido nel 2013 della quale fu riconosciuto mandante l’ex compagno. “Sbagliato dire che la giustizia non funziona, ma ci sono dei casi che possono destare delle preoccupazioni. Nel caso della sentenza sul femminicidio di Bologna, il timore è che si possa tornare indietro nella percezione del disvalore e della gravità di questo tipo di delitti”.

Non bisogna assecondare atteggiamenti di violenza contro le donne

“Spesso è difficile riconoscere veramente la gravità del fatto anche per chi commette questi reati e bisogna stare molto attenti a non assecondare questo atteggiamento che esiste. Atrimenti non ci sarebbero tutti questi casi di recidiva rispetto a questi delitti”, spiega Annibali.

“E’ preoccupante che passi il messaggio per cui lo stato emotivo di chi uccide attenua la gravità dell’omicidio stesso – prosegue -. E mi sento di dire che un processo che emetta una sentenza nei principi di diritto, aiuta anche ad attenuare la sofferenza di vittime e familiari, perché le dà il giusto valore”.

(LaPresse)

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