Brexit, i Tory aprono al piano della May: poste alcune condizioni

La premier ha annunciato giorni fa che presenterà di nuovo l'intesa ai comuni al più tardi il 12 marzo

Foto Mark Duffy /AFP in foto Theresa May

MILANO – Apertura dei brexiteer del partito conservatore: se il governo della premier Theresa May rispetterà tre condizioni, potranno appoggiare il suo piano sul divorzio dall’Unione europea. Secondo il Sunday Times, i membri dello European Research Group (Erg) guidato da Jacob Rees-Mogg hanno preparato “tre test” che il governo dovrà ‘superare’. Se vuole il sostegno nel voto sul piano May alla Camera dei comuni.

Brexit, le condizioni poste dai Tory

La premier ha annunciato giorni fa che presenterà di nuovo (dopo la pesante bocciatura di metà gennaio) l’intesa ai comuni al più tardi il 12 marzo. Il fatto che i ‘falchi’ Tory abbiano posto delle condizioni è vista come un loro ammorbidimento rispetto alle precedenti posizioni, in particolare sulla questione del backstop, la clausola di salvaguardia sulla frontiera irlandese, pensata per evitare il ripristino di una frontiera rigida e fonte di tensioni e divergenze.

Si chiede un limite temporale sul backstop

I brexiteer dell’Erg (otto deputati di cui uno del partito unionista democratico nordirlandese Dup) chiedono ancora un limite temporale sul backstop. Ma affermano che non importi come esso sarà concretizzato: spetta all’attorney general Geoffrey Cox, che sta dialogando con Bruxelles, stabilire come prevedere un’uscita dal backstop, mentre prima la loro richiesta era di specifiche modifiche legali all’intesa.

Secondo il Sunday Times, l’Erg in colloqui privati con Cox ha chiesto un meccanismo legalmente vincolante, con una chiara via di uscita e con una riscrittura in modo non ambiguo del parere legale del governo.

Le parti dialogano sul caso Brexit

Il segretario al Commercio internazionale di Londra, Liam Fox, ha accolto con favore la nuova posizione dei ‘falchi’ Tory. Dicendo di “sperare che si tratti di un tentativo genuino, e di credere che lo sia”, per trovare “terreno comune”. A proposito dell’eventuale rinvio della data del divorzio, ha poi aggiunto: “Tentare di avere un meccanismo di rinvio, per ostacolare il processo della Brexit, è in realtà attualmente politicamente inaccettabile”. Inoltre, ha aggiunto, “provocherebbe una ripercussione tra gli lettori”.

Le speranze della premier britannica

La speranza della prima ministra, dopo la dura bocciatura ai Comuni, è che la maggioranza dei deputati che votarono contro (tra cui 118 Tory) appoggi l’intesa. Se ottenesse modifiche per impedire che il Regno Unito resti legato alle regole dell’Ue a tempo indefinito. Se invece il piano di May fallirà alla prova del voto, i deputati avranno voce in capitolo sulla possibilità di un no deal. E poi su un rinvio per un breve periodo.

(LaPresse)

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