ROMA (LaPresse) – Bisogna essere pronti a tutto. È un Silvio Berlusconi energico e rinvigorito dalle ultime vicissitudini che hanno colpito il governo giallo-verde: per la prima volta negli ultimi mesi, sente ‘puzza di crisi’. E la fiamma del ritorno al potere si è riaccesa.
Il Cav è convinto che la rottura sia imminente, ha visto un Salvini stanco e con la pazienza agli sgoccioli, ma non è riuscito a convincerlo che l’unica strada da percorrere è quella, oltre che ricompattare il centrodestra, di raccogliere attorno alla coalizione parlamentari responsabili per rispondere sì alla chiamata del Colle.
Dare una risposta credibile ai problemi del paese
L’ex premier non a caso, parlando con i consiglieri regionali di Abruzzo e Basilicata, è tornato a puntare i fari sulla coalizione che “si conferma ogni giorno di più a tutti i livelli come unica proposta di Governo vincente e credibile per dare una risposta ai problemi del Paese”.
Berlusconi suona la carica anche per gli azzurri chiamandoli nei prossimi mesi nelle piazze perché Forza Italia sarà “alla testa del cambiamento, il cambiamento voluto delle persone ragionevoli che credono in un’Italia moderna all’interno di un’Europa che deve anch’essa cambiare per diventare faro di civiltà, di democrazia e di libertà per i popoli di tutto il mondo”.
Contratti tra il leader di Forza Italia e i dissidenti del M5S
Chi ha avuto modo di parlare con il leader azzurro lo definisce “carico” e con un piano architettato nei minimi dettagli. Prima di tutto bisogna ascoltare i malpancisti, quelli che esprimono insofferenza soprattutto nelle fila del Movimento 5Stelle. I ben informati parlano di contatti con gli ex 5stelle Salvatore Caiata e Catello Vietillo (la firma, non a caso, dell’emendamento che ha fatto andare sotto il governo sul ddl anticorruzione).
Secondo Berlusconi in caso di divorzio tra Salvini e Di Maio ci sarebbero inoltre molti pentastellati che, piuttosto che andare a casa prima del tempo, si renderebbero disponibili a sostenere un esecutivo della nazione. Ma la pazza idea del Cav non si ferma qui. L’ex premier guarda anche al Partito democratico e ai prossimi appuntamenti.
Il piano di Berlusconi
Il piano è avvicinare il più possibile i renziani, con la speranza che a guidare il Nazareno vada proprio Nicola Zingaretti. Solo così Berlusconi potrebbe beneficiare, almeno spera, dei voti e del sostegno di quella parte del Pd che non ha nessuna intenzione di mischiarsi con i 5Stelle.
Mattarella non si schiera
Tutta questa strategia ovviamente tiene conto del fatto che Mattarella sull’argomento ‘eventuale crisi’ non ha scoperto le sue carte. Durante l’incontro al Colle il capo dello Stato ha ascoltato, ma quando Berlusconi ha detto “siamo pronti a guidare il Paese” Mattarella non ha risposto.
L’incertezza su come l’inquilino del Quirinale potrebbe reagire di fronte una eventuale crisi dell’esecutivo non spaventa però Berlusconi. La sua ‘manovra’ per tornare al potere, avrebbe detto, “è buona per fronteggiare qualsiasi scenario”.
di Donatella Di Nitto