NAPOLI (Mariano Mancuso) – Nervi tesi in Forza Italia, le tensioni interne hanno prodotto come unico risultato l’assenza di liste di partito in tutti i Comuni che andranno al voto a breve e indebolito i vertici azzurri. Stando a voci di palazzo il leader Silvio Berlusconi e il suo vice Antonio Tajani sono adirati per la situazione campana e a breve tireranno le somme: la poltrona del coordinatore regionale Domenico De Siano e quella del coordinatore provinciale di Napoli Antonio Pentangelo sono instabili. Non è da escluderne la sostituzione. Gli ultimi giorni sono stati rivelatori della debolezza dei forzisti che non sono riusciti a mettere da parte le ambizioni personali a discapito dell’interesse di Fi. I parlamentari piuttosto che collaborare tra loro e creare squadre forti hanno preferito piazzare ognuno i propri fedelissimi in liste civiche in sostegno di questo o quel candidato. Lo hanno fatto tutti, da De Siano a Pentangelo passando per Paolo Russo nel napoletano e Gigi Casciello e Lucia Vuolo nel salernitano. Eppure al ‘mea culpa’ tutti preferiscono il j’accuse. De Siano continua a lamentare di essere stato lasciato solo e di non aver avuto il giusto supporto per promuovere l’unità del partito. Lo spesso, pare, stia facendo Pentangelo che ha ammesso che l’assenza del simbolo azzurro in tutti Comuni al voto, tranne Maddaloni, è dipeso non dalla carenza di amministratori di riferimento quanto dall’incapacità di metterli insieme. A puntare il dito contro i due c’è l’eurodeputato Fulvio Martusciello che, da responsabile cittadino, si è sentito libero di occuparsi poco di quello che stava succedendo tutto intorno. Come lui, sempre stando a voci interne, anche la capogruppo in consiglio regionale Annarita Patriarca. Ma dai due, da sempre molto critici rispetto alla dirigenza del partito campano, c’era da aspettarselo anche perché il primo non ha mai nascosto di volere ottenere una candidatura alle prossime Politiche e allo stesso tempo di volere guidare, non per forza direttamente, Fi regionale. La seconda, che per ora siede tra i banchi del parlamentino campano potrebbe avere una chance di trovare spazio nella lista per le elezioni dell’anno prossimo considerata la carenza di donne da poter candidare nel rispetto delle quote rosa. Le Amministrative servono a pesarsi, più ‘fedelissimi’ verranno eletti seppur in liste civiche, maggiori saranno le possibilità di ottenere il via libera per il 2023. Che Berlusconi e Tajani si indignino adesso, come raccontano gli indiscreti, sembra rendere l’idea di quanto i vertici romani conoscano poco le realtà territoriali o di quanto non sia servito a molto nascondere la polvere sotto al tappeto. E’ da più di un anno che Fi è animato da lotte intestine che hanno portato a defezioni importanti, tra gli altri quella di Cosimo Sibilia e di Stanislao Lanzotti, eppure a Roma hanno preferito non affrontare il problema alla radice. E oggi con la messa in discussione di Luigi Cesaro e del figlio Armando c’è il rischio di perdere non solo altri esponenti di spicco, ma anche tanti altri voti. La convention di venerdì e sabato a Napoli, dopo il flop ‘liste di partito’ sarà all’insegna dei ‘veleni’. La presenza di Berlusconi, e ad ammetterlo sibillinamente sono gli azzurri, non basterà a rimettere insieme i cocci.
Fi, traballa la poltrona di De Siano
Rischia grosso anche Pentangelo. Berlusconi in arrivo e i vertici non sono più saldi