MILANO – Ricavi e profittabilità in crescita. Fincantieri archivia un 2018 positivo e guarda al futuro puntando ad un aumento del 50% dei volumi, come sottolinea l’amministratore delegato del gruppo Giuseppe Bono.
La crescita di Fincantieri, ricavi a 5,5 miliardi
Nel dettaglio il bilancio approvato dal Consiglio di amministrazione vede ricavi pari a quasi 5,5 miliardi di euro con una crescita del 9% rispetto al 2017. In crescita è anche la profittabilità con l’Ebitda a 414 milioni (+21% rispetto al 2017) ed un margine sui ricavi di 7,6% (rispetto al 6,8% nel 2017), mentre gli utili sono risultati pari a 69 milioni (+30% rispetto al 2017) e l’indebitamento finanziario netto a 494 milioni.
Fincantieri nel 2018 ha registrato anche nuovi ordini per 8,6 miliardi relativi a commesse per 27 navi, di cui 14 cruise da 8 armatori diversi mentre sono state consegnate 35 unità da 15 stabilimenti diversi.
Le iniziative della società
Numerose anche le iniziative strategiche di Fincantieri. Nel 2018 sono state poste le basi per una joint venture con Naval Group in ambito militare, con il supporto dei governi italiano e francese ed è stato firmato l’accordo per l’acquisizione del 50% di Chantiers de l’Atlantique (ex Stx France).
L’operazione, il cui closing è soggetto ad alcune condizioni tra le quali l’autorizzazione da parte delle autorità Antitrust, prevede anche il prestito a Fincantieri dell’1% del capitale azionario della società. Consolidata la presenza nel settore delle infrastrutture mediante l’acquisizione di commesse, una in Romania ed una in Italia per la costruzione del ponte di Genova. Il Cda ha infine proposto la distribuzione di un dividendo pari a euro 0,01 per azione.
La soddisfazione dell’ad e i prossimi obiettivi del gruppo entro il 2022
Soddisfatto l’Ad Giuseppe Bono che ora guarda al futuro. “I risultati presentati testimoniano che la nostra è un’azienda leader, vero riferimento nel panorama cantieristico mondiale. Il già di per sé significativo aumento dei ricavi, che crescono quasi del 10%, è solo un primo passo nel percorso che mira ad un aumento dei volumi di circa il 50% entro il 2022 e che richiederà un notevole sforzo organizzativo e una chiara visione delle sfide future”.
“Il carico di lavoro complessivo di quasi 34 miliardi (pari a circa il 2% del Pil) – ha aggiunto Bono – e la visibilità a lungo termine sostengono lo sviluppo di filiere e distretti tecnologici di punta e al contempo assicurano un orizzonte temporale di occupazione pluriennale per tutti i cantieri italiani del gruppo e per l’ampio network della fornitura”.
(AWE/LaPresse/di Paolo Tavella)