Sardegna, Zedda tiene vivo il Pd e accende il nodo alleanze. Giovedì il confronto in tv

La sfida di fronte alle telecamere si annuncia incandescente e non sono pochi a scommettere che farà più male che bene ai dem

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

ROMA – Alla fine il testa a testa non c’è e l’illusione degli exit poll dura il tempo di una notte. Lo scrutinio procede lento ma esonerabile: dopo l’Abruzzo, anche in Sardegna il centrosinistra deve accontentarsi di un secondo posto. Se si vuole tornare a vincere, insomma, essere vivi non basta. La strada, certo, pur se in salita, è quella giusta e dopo il buon lavoro portato a casa da Legnini e Zedda adesso toccherà al futuro segretario Pd ridisegnare squadra e strategia in vista delle Europee, prova – quella sì – senza appello.

Il centrosinistra cerca di ricompattarsi

I tre candidati riconoscono il lavoro fatto a livello locale e plaudono al ritrovato protagonismo in un bipolarismo che, almeno a livello amministrativo, ha il volto classico della sfida centrodestra-centrosinistra e non quello che alla Politiche li aveva esclusi dalla scena M5S-Lega. “La strada è lunga però bisogna combattere – è convinto ZingarettiC’è un popolo democratico, un popolo del centrosinistra che non è scomparso. Dobbiamo lavorare su questo, con pazienza, con una cultura unitaria”.

Martina e Giachetti promuovono unità e coalizione

Unità e coalizione sono le parole d’ordine anche di Martina, che rivendica il lavoro fatto in questi mesi con Zedda e Legnini: “Il centrosinistra deve ripensarsi profondamente. E se non c’è il rilancio della vocazione riformista, aperta e inclusiva del Pd, nessuna nostra tradizionale coalizione può bastare contro questa destra”, avverte.

“Il voto in #Sardegna sta mostrando due cose: 1) il Pd non è in macerie, come dice Zingaretti; 2) i cinque stelle con cui volevano farci alleare stanno implodendo”, attacca a sera in un Tweet Giachetti.

Europee, la proposta di Calenda

Ormai il traguardo della campagna congressuale è alle porte e il clima si fa ogni giorno più acceso. A tenere banco è il tema delle alleanze che, gioco forza, si intreccia con il manifesto unitario di Carlo Calenda per le Europee.

L’ex ministro dello Sviluppo economico non ha gradito alcune aperture alla “sinistra radicale” fatte da Zingaretti, (alla quale in realtà appartiene di fatto anche la ‘risorsa’ Zedda, proveniente da Sel e che prevedono anche Pisapia, tra i primi firmatari di ‘Siamo europei’ capolista) e rimane sugli scudi: “Il listone Zingaretti non c’entra con noi e dubito che Giuliano sarebbe interessato – attacca – Io non sono disponibile ad alcuna operazione cosmetica. Tanto piu’ se tornano in gioco Emiliano, Bersani, D’Alema e Grasso”. Lo dice in modo ancora più ‘radicale’ Giachetti: “se tornano gli ‘scappati di casa’, tolgo il disturbo”.

Sardegna, giovedì il confronto tra i 3 candidati

I tre candidati si confronteranno in un unico confronto Tv giovedì 28, alle 13, su Sky. La sfida di fronte alle telecamere si annuncia incandescente e non sono pochi a scommettere che farà più male che bene ai dem. Venerdì ci saranno poi le rispettive chiusure e poi domenica i gazebo. Dal giorno dopo, sempre che uno dei candidati raggiunga il 50% più uno dei consensi, il Pd – per parafrasare Henry Kissinger – tornerà ad avere un unico numero di telefono. E il risultato da ribaltare quel 6-0 che secondo Salvini la Lega ha inflitto ai dem.

(LaPresse/di Nadia Pietrafitta)

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