Finisce agli arresti domiciliari l’ex giudice Francesco Bellomo

E’ accusato di maltrattamenti nei confronti di cinque donne, tre borsiste e una ricercatrice, alle quali aveva imposto anche un dress-code, oltre che di estorsione aggravata ai danni di un'altra corsista

BARI – Agli arresti domiciliari l’ex giudice del Consiglio di Stato, Francesco Bellomo. Torna sotto i riflettori della cronaca il docente e direttore scientifico dei corsi post-universitari per la preparazione al concorso in magistratura della Scuola di Formazione Giuridica Avanzata ‘Diritto e Scienza’

L’accusa

All’ex giudice vengono contestati i reati di maltrattamenti ed estorsione nei confronti di cinque ex borsiste, oltre che la calunnia e la minaccia ai danni dell’attuale premier, Giuseppe Conte, allora vicepresidente del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa e presidente della commissione disciplinare chiamata a pronunciarsi proprio su Bellomo . Il tutto risale al 2017

L’arresto è stato disposto dal gip del Tribunale di Bari Antonella Cafagna. Il reato di maltrattamenti sarebbe stato commesso da Bellomo nei confronti di donne con le quali avrebbe avuto precedentemente una relazione sentimentale. Questo in concorso con l’ex pm di Rovigo Davide Nalin, coordinatore delle borsiste.

Le indagini e l’ordinanza


Le indagini in corso sono coordinate dal procuratore aggiunto di Bari, Roberto Rossi e dal sostituto Iolanda Daniela Chimienti. Bellomo si sarebbe avvalso delle borse di studio offerte dalla società che consentivano anche la frequenza gratuita al corso oltre che l’ assistenza didattica individuale, per selezionare ed avvicinare le allieve nei confronti delle quali pare nutrisse un certo interesse “anche al fine – si legge nell’imputazione – di esercitare nei loro confronti un potere di controllo personale e sessuale”.

Alle ragazze Bellomo avrebbe anche fatto sottoscrivere una sorta di “contratto/regolamento” che disciplinava i doveri, il codice di condotta ed il dress code del borsista.

La rinuncia

Una delle vittime dell’estorsione sarebbe stata una corsista, costretta a rinunciare ad un lavoro da co-presentatrice in una emittente televisiva “in quanto incompatibile con l’immagine di aspirante magistrato” con minacce di revoca della borsa di studio.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome