NAPOLI – Mettere da parte i personalismi e dedicarsi alla ricostruzione del partito in Campania e a Napoli sembra complicato, tant’è vero che i congressi rischiano lo slittamento. A parlarne con Cronache e il consigliere regionale dem Bruna Fiola.
I congressi regionale e provinciale del Pd dovevano servire a rilanciare il partito, ma rischiano uno slittamento. Cosa non sta funzionando?
Il presidente provinciale, che è anche l’assessore comunale dimissionario (Paolo Mancuso, ndr), non ha convocato nei termini la direzione, nonostante le due proroghe concesse da Roma, per permettere la votazione della commissione provinciale. Noi viviamo il congresso in maniera serena. Non so quale sia il vero problema alla base di questi ritardi e inadempimenti, ma so che creano grande destabilizzazione nei circoli dove nessuno sa cosa fare. Sembra finanche che sia un problema avere l’elenco dei tesserati, pensi che il tesseramento del 2019 pare sia chiuso in cassaforte a doppia mandata. Almeno ai segretari di circolo i dati bisognava darli.
Come sono andate le cose?
Sarracino tempo fa ci ha convocati per dirci che era il segretario dimissionario e che avrebbe avviato i procedimenti per il congresso, aspettavamo gli adempimenti e il primo era nominare la commissione provinciale. Il Pd provinciale non è commissariato, può muoversi in autonomia e invece è tutto fermo. È come se si fosse auto-commissariato e nel frattempo il lavoro dei segretari dei circoli è fermo al palo. E solo pochi giorni fa hanno ricevuto alcune direttive per i tesseramenti.
C’è qualcuno che secondo lei spinge per lo slittamento dei congressi?
Rinviare i lavori di qualche giorno o di un mese penso non porti benefici a nessuno. I congressi comunque vanno fatti. Il problema è che c’è chi ragiona sempre in maniera personalistica e non si preoccupa del partito, ma solo di sé stesso. Il rinvio ci può stare, ma questo dimostrerebbe quello che sostengo da tempo, ossia che il Pd provinciale non è un esempio di partito sano. Sarracino diceva il contrario. Tirando le somme è chiaro chi ha ragione tra i due.
Il gruppo di consiglieri regionali di cui fa parte ha trovato la quadra con De Luca? Il governatore farà un passo di lato per lasciare a voi l’indicazione del candidato segretario?
Vista la condizione nella quale versa il partito, sono sicura che riusciremo a trovare un punto di incontro. Il nostro obiettivo è l’interesse generale del partito. Dobbiamo ricostruire e non dividerci su chi deve rappresentarci. A livello nazionale è diverso, perché in quel caso si determina la linea del partito. Il Pd territoriale dovrebbe invece essere una casa comune, in cui ognuno pur mantenendo la propria autonomia di pensiero possa sentirsi rappresentato.
La partecipazione di Leu al congresso ha creato qualche malumore rispetto alle diverse modalità di tesseramento. Le risulta?
Le regole sono chiare, loro hanno un impegno a iscriversi al Pd entro il 2023, ma sarebbe stato più corretto se l’iscrizione fosse avvenuta prima del congresso. Inoltre, non capisco come mai un iscritto di Art. 1 con in tasca una tessera di 5 euro debba avere lo stesso peso di un iscritto al Pd che ne paga ventisette e deve essere certificato da ogni organismo di partito.
Lei, come gli altri consiglieri campani e De Luca, ha deciso di sostenere Bonaccini, che però non ha ancora chiarito la sua posizione rispetto all’autonomia differenziata sulla quale state facendo una battaglia. Cosa l’ha convinta?
Bonaccini ha spiegato che il suo obiettivo è avere un partito degli amministratori. Compresi quelli che rappresentano il Sud, del quale il Paese non può fare a meno. Troveremo la strada per ridarci un’identità.
Al di là delle dinamiche di partito, lei come consigliere regionale di cosa si sta occupando in questo periodo?
A breve approveremo la legge per la prevenzione del maltrattamento minorile e terremo un consiglio monotematico sulla dispersione scolastica. La Campania in questo ambito è maglia nera nonostante le risorse che investe. Nell’ultima finanziaria abbiamo previsto l’istituzione di una piattaforma per Comuni e dirigenti scolastici utile alla segnalazione dell’assenza a scuola dei ragazzi sia alla Procura che ai servizi sociali. Considerate le difficili pratiche burocratiche, noi mettiamo a disposizione questo strumento per individuare i bambini che non vanno a scuola e avere dei dati su cui fondare una politica regionale diversa. Perché se è vero che ‘Scuola viva’ resta una delle iniziative fondanti, è altrettanto vero che non ha portato a grossi risultati in merito alla dispersione scolastica.
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