Focolaio Covid al Billionaire, la procura: “Fu epidemia colposa”

CAGLIARI – Secondo la procura di Tempio Pausania il focolaio di Covid scoppiato la scorsa estate al Billionaire di Flavio Briatore a Porto Cervo, in Costa Smeralda, fu responsabilità dei gestori, ai quali è stato notificata la chiusura indagini con l’ipotesi di reato di epidemia colposa. Di questo sono accusati i gestori del locale nell’inchiesta giudiziaria sui focolai della scorsa estate, che innescarono contagi a catena e la grande fuga in massa dei turisti, con un enorme danno d’immagine ed economico per l’isola. Oggi, la procura di Tempio Pausania ha notificato la chiusura delle indagini agli amministratori del Billionaire, dove furono contagiati 58 dipendenti, per epidemia colposa, e invece per lesioni colpose ai gestori di altri due locali notturni della zona, il Phi Beach di Baja Sardinia e il Country Club di Porto Rotondo.

Secondo le accuse dei sostituti procuratori, i gestori dei locali non fecero abbastanza per garantire le necessarie misure di sicurezza anti Covid, favorendo la recrudescenza dei contagi a catena anche fra molti vip, fra cui proprio Briatore che per il virus preso in Sardegna fu ricoverato al San Raffaele di Milano, dopo una polemica con il sindaco di Arzachena, Roberto Ragnedda, che aveva deciso di anticipare la chiusura dei locali proprio per cercare di arginare il contagio, ormai inarrestabile. Dopo le polemiche, Ragnedda aveva denunciato Briatore per diffamazione. Subito dopo l’esplosione del virus, tutti i locali della Costa Smeralda a metà agosto chiusero i battenti, con enormi strascichi di polemica anche sulla gestione della situazione da parte della regione.

LaPresse

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome