Fontana verso la Camera. Tensione Meloni-Berlusconi

Foto Cecilia Fabiano/LaPresse Roma, Italia Nella Foto: Giorgia Meloni

ROMA – La Lega ha scelto Fontana come presidente di Montecitorio. E’ stato già vicepresidente durante il governo Conte e vicesegretario del partito di via Bellerio: si è sempre definito un fervente cattolico e ultratradizionalista.

Chi è Lorenzo Fontana

Laureatosi in Scienze Politiche e Filosofia, in possesso della tessera di giornalista pubblicista. Da ragazzo è stato componente della Liga Veneta, oltre che vice-coordinatore federale del Movimento Giovani Padani. Si è sempre schierato contro l’aborto definito “la prima causa di femminicidio nel mondo” alle unioni civili, ai movimenti LGBT, ai matrimoni gay e all’immigrazione clandestina”. E’ nel febbraio del 2016 che viene nominato vicesegretario federale della Lega assieme a Giorgetti, mentre nel 2019 giunge alla segreteria della Liga Veneta per Salvini premier, carica che detiene fino al 2020.

Dopo essere stato consigliere comunale a Verona viene candidato alla Camera nelle liste della Lega Nord nella circoscrizione Veneto, ma non viene eletto. Elezione che raggiunge successivamente come parlamentare europeo nella circoscrizione Italia-Nord orientale. Dal 2012 è capodelegazione del gruppo parlamentare della Lega Nord. Nel Governo Conte ha ricoperto anche la carica di Ministro per la famiglia e le disabilità con deleghe alle Politiche per la famiglia, alla disabilità, a infanzia e adolescenza, alle politiche antidroga e alle adozioni.

La giornata di ieri

Giornata tumultuosa quella di ieri che ha visto l’elezione di Ignazio La Russa (FdI) a Presidente del Senato. Compatti Lega e Fratelli d’Italia, il centrodestra ha dovuto fare i conti con i piedi piantati in terra di Forza Italia che non ha partecipato al voto dopo il boccone indigesto ingoiato per l’esclusione dai ministeri di Licia Ronzulli. E anche alla chiama di oggi i forzisti, se non ci saranno risvolti dell’ultima ora, potrebbero presentarsi da soli alle urne. Molteplici in questi giorni i dissidi tra il Cavaliere e la futura premier. Dissidi che hanno visto l’apice con l’elezione di La Russa grazie anche ai 16 voti giunti dall’opposizione. Dunque lo strappo esiste all’interno di quello che sarà il nuovo esecutivo e che metterà a dura prona il prosieguo della formazione del governo. Alla fine saranno solo due i voti di Forza Italia a favore di Ignazio La Russa: quelli di Silvio Berlusconi e della ex presidente del Senato, Elisabetta Casellati.

Le discolpe della minoranza

Dopo quanto accaduto, dall’opposizione si leva un grido di dissenso. “Non siamo stati noi” dicono da Italia Viva, così come dal Terzo Polo per bocca del leader Carlo Calenda che assicura “di aver votato compatti scheda bianca”. E Enrico Lette, segretario del Pd ha definito quanto consumatosi tra  i banchi di Montecitorio un “comportamento irresponsabile oltre ogni limite: una parte dell’opposizione non aspetta altro che entrare in maggioranza”. Così come hanno denunciato i 5S: “Finta opposizione fatta dei soliti giochini”.

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