Forza Italia, Carfagna-Toti: sì a un centrodestra unito con il ritorno anticipato alle urne

Intanto nel partito il dibattito si accende

Foto Valerio Portelli/LaPresse

MILANO – Il duo Mara CarfagnaGiovanni Toti crea interesse, non c’è che dire. Una coppia di coordinatori inedita, quella scelta da Silvio Berlusconi, che attira l’attenzione di commentatori e simpatizzanti, non solo (e non tanto) per l’eterogeneità del mix, quanto (e non solo) per la curiosità di vedere se riusciranno a trovare una sintesi tra due posizioni che sono e appaiono molto diverse tra loro.

La nuova veste di Forza Italia

E soprattutto quali effetti avrà sul popolo dei moderati. Finora concordano solo su un punto: dallo schema di centrodestra classico non si può prescindere. Sebbene per la vicepresidente della Camera con Forza Italia più centrale e non subalterna alla Lega, mentre per il governatore della Liguria in discontinuità col passato, anche se “il numero uno è e resta Berlusconi”.

Cambiano i rapporti di forza con la Lega

I rapporti di forza con il Carroccio “sono cambiati, non lo nego, ma essere più piccoli oggi non vuol dire essere deboli”, conferma Carfagna. Ma, a suo modo di vedere, “marcare una differenza significa sabotare e distruggere l’alleanza”. L’obiettivo è evitare trasfusioni di voti all’alleato. Non è il rapporto con Salvini, invece, il nocciolo del ragionamento di Toti: “Che Forza Italia viva un momento di difficoltà è sotto gli occhi di tutti, per anni ci siamo chiusi alle idee e ancora di più alle persone”. Dunque, “se ora ci esponiamo a bagni di democrazia possiamo farcela”.

No all’intesa Carfagna-Renzi

Il nervo scoperto della vicepresidente della Camera è la voce – spenta sul nascere – del ‘corteggiamento’ renziano per un partito unico di centro: “Non lo so e non mi interessa, i miei piedi sono ben piantati nel campo del centrodestra”. Allo stesso modo, al governatore ligure fischiano le orecchie quando si parla di scissione dal Cav: “Non ho mai detto di voler fare un mio partito, ho solo difeso le mie tesi”.

Tema caldo, su cui Carfagna indovina il colpo di fioretto: “Per un periodo pensavo che Toti viaggiasse con la valigia in mano, ora che l’ha posata non c’è motivo per scontrarsi. Tutto è bene ciò che finisce bene”. L’altro coordinatore, invece, un sassolino se lo toglie dalla scarpa con Tajani: “È stato chiamato a coordinare il partito e in questi due anni non penso ci siano stati grandi risultati, ma Antonio può ancora dare una mano”.

Si infiamma il dibattito nel partito

Intanto nel partito il dibattito si accende. Per la capogruppo alla Camera, Mariastella Gelmini, “il nuovo corso di FI è positivo e salutare, a patto che non si traduca in una grande ipocrisia”. Mentre il presidente dei senatori azzurri, Anna Maria Bernini, “Forza Italia non sarà mai il partito dell’avventurismo”.

(LaPresse/di Dario Borriello)

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