NAPOLI – Il 13 luglio di ogni anno il pianeta celebra la Giornata mondiale delle patatine fritte. La storia è controversa, ed è ancora oggetto di dispute tra belgi e francesi: I belgi fanno riferimento ad un manoscritto del 1781, il quale racconta che i valloni amavano friggere dei piccoli pesci della Mosa. Poiché d’inverno la Mosa gelava rendendo impossibile la pesca, gli abitanti da oltre un secolo sostituivano l’alimento con le patate, fritte allo stesso modo e tagliate a forma di piccoli pesci. I francesi sostengono invece che le patate fritte siano state inventate a Parigi nel 1789 durante la rivoluzione francese in seguito ad una campagna voluta da Antoine Parmentier per la promozione delle patate in Francia. Quello che è certo è che le patate fritte sono molto diffuse nei due paesi a partire dal 1830, ma saranno conosciute in Nord America con il nome di “french fries” solo dopo la prima guerra mondiale, al ritorno dei soldati dal fronte francese. Oggi le patate fritte sono tra i piatti più diffusi nel mordo, amate dai grandi e soprattutto dai piccino. La preparazione è semplice, ma non proprio ecologica, poiché rappresenta una fonte importante di produzione di fumi ed olio esausto. Negli ultimi anni si sta diffondendo, soprattutto per ragioni legate alla linea e alla tutela della salute, la friggitrice ad aria. Ma è davvero uno strumento così green? Scopriamone i pregi e i difetti.
FRIGGITRICE AD ARIA
La friggitrice ad aria è un piccolo forno a convezione da banco progettato per simulare la frittura senza immergere il cibo nell’olio. Una ventola fa circolare l’aria calda ad alta velocità, producendo uno strato croccante tramite reazioni di imbrunimento. Le friggitrici ad aria utilizzano una circolazione di aria calda per cuocere cibi che altrimenti sarebbero immersi nell’olio. La camera di cottura della friggitrice ad aria irradia calore da un elemento riscaldante vicino al cibo e una ventola fa circolare l’aria calda. C’è una presa d’aria sulla parte superiore e uno scarico sul retro che controlla la temperatura rilasciando l’aria calda in eccesso. Le temperature possono arrivare fino a 230 °C a seconda del modello.
VANTAGGI
Il principale vantaggio ecologico della friggitrice ad aria è il mancato impiego dell’olio. Secondo uno studio condotto da Legambiente ogni anno in Italia vengono immessi al consumo 1,4 milioni di tonnellate di olio vegetale per un consumo medio pro capite di circa 25 chili. Di questa quantità si stima un residuo non utilizzato pari al 20%, che corrisponde a più di 280mila tonnellate di olio vegetale esausto, presente in gran parte sotto forma di residuo di fritture. L’olio esausto non è biodegradabile, quindi bisogna fare attenzione a come smaltirlo e farlo quindi in maniera corretta. Se disperso in acqua forma un “velo” dello spessore dai 3 ai 5 centimetri che impedisce ai raggi solari di penetrare causando ingenti danni all’ambiente. Inoltre, se anche un solo un chilogrammo raggiunge le falde, l’acqua diventa non potabile causando il malfunzionamento dei depuratori. Danneggia infine anche il terreno, perché penetrando in profondità lo impoverisce dei microorganismi necessari per la vita delle piante. L’olio non può essere utilizzato all’interno della friggitrice ad aria, poiché potrebbe bruciare. Altro vantaggio è rappresentato dai tempi di cottura, che nella friggitrice ad aria sono ridotti di circa il 20% rispetto alla cottura nei forni tradizionali. Meno tempo e meno corrente elettrica.
CONTROINDICAZIONI
Tra i principali svantaggi ambientali della friggitrice ad aria vi è il bisogno di un maggiore impiego di energia. L’erogazione di corrente elettrica richiesta in media varia tra i 750 ed i duemila watt, tuttavia questo dispendio di energia si ottimizza con la riduzione dei tempi di cottura. Altro svantaggio, a cui non pensiamo al momento dell’acquisto, è quello del ‘fine vita’ del dispositivo. Quando sarà rotto e non più riparabile finirà in discarica come rifiuto speciale Raee, ovvero una delle frazioni più difficili ed inquinanti da smaltire.
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