MILANO – Tre persone fermate nella notte per l’incidente di domenica alla funivia del Mottarone. I tre sono Luigi Nerini, amministratore dell’impresa che gestisce la funivia, Gabriele Tadini ed Enrico Perocchio, due dipendenti. Gli interrogatori sono andati avanti tutta la notte.
Le accuse
Secondo quanto si apprende da fonti investigative, i tre fermi arrivati nella notte nell’ambito sono stati eseguiti per via di “gravi indizi di colpevolezza” emersi negli interrogatori. Il cosiddetto ‘forchettone’ sarebbe stato lasciato inserito nel freno di sicurezza per ‘bypassare una anomalia’ e far partire ugualmente l’impianto.
La procura: l’anomalia dell’impianto persisteva da giorni
Nell’impianto della funivia del Mottarone c’erano state alcune anomalie: lo ha confermato nella notte la procuratrice Olimpia Bossi, uscendo dalla caserma dei carabinieri di Stresa. Bossi ha parlato della necessità di interventi sull’impianto che “per ragioni che poi certamente andranno approfondite, questi interventi non erano stati risolutivi. Si è quindi così pensato di aggirare, eludere o comunque rimediare, sia pure magari, mi auguro, in vista di un intervento più radicale, di rimediare in questo modo che si è poi rivelato…” fatale. Secondo la procuratrice l’anomalia persisteva “sicuramente da più giorni”.
Si continua a sperare per il piccolo Eitan
Nella tragedia sono morte 14 persone. L’unico sopravvissuto è il piccolo Eitan, il bambino di 5 anni ricoverato da domenica all’ospedale Regina Margherita di Torino. Le sue condizioni restano gravi ma dai medici trapela cauto ottimismo.