G7, Trump si infuria e ritira la firma dall’accordo finale. Conte vincitore morale del vertice

Il presidente Usa furioso con il padrone di casa Trudeau per le parole sui dazi relativi ad acciaio e alluminio applicati a Canada, Messico ed Europa, 'minacciando' iniziative simili anche per le auto. Il premier italiano sorprende positivamente, senza paura di evidenziare agli altri 'grandi' le cose che non vanno bene all'Italia e guadagnandosi la stima dell'inquilino della Casa Bianca

Donald Trump e Giuseppe Conte (Foto Palazzo Chigi/Filippo Attili/LaPresse)

CHARLEVOIX – Si conclude come peggio non poteva il G7 in Canada. Dopo la partenza in anticipo di Donald Trump per raggiungere Singapore in vista del summit con il leader nordcoreano Kim Jong-un, il G7 ‘incassa’ un brusco stop alle trattative. E’ stato proprio il presidente statunitense Trump a ‘rompere’ con gli altri ‘grandi’.

Donald contro il padrone di casa Trudeau

A scatenare la reazione di Trump, quando ormai anche gli altri partecipanti avevano abbandonato il G7, sono state le parole del padrone di casa, il presidente del Canada Justin Trudeau. I leader delle potenze mondiali avevano ormai abbandonato il Quebec con la consapevolezza di essere riusciti a ‘tenere’ una linea comune. Anche Trump aveva firmato il documento conclusivo. Nella conferenza conclusiva del G7 Trudeau ha attaccato duramente gli Stati Uniti sull’applicazione dei dazi su alluminio e acciaio importati da Canada, Messico ed Europa. Trudeau ha definito un “insulto” la decisione degli Usa, motivata con ragioni di sicurezza. Trudeau ha riferito che “noi canadesi siamo gentili e ragionevoli, ma non ci faremo maltrattare”. Parole che hanno fatto andare su tutte le furie l’inquilino della Casa Bianca.

“Ho dato istruzioni di non appoggiare il documento finale del G7”

Una rabbia tale da provocare la forte reazione di Trump che, attraverso un tweet, annuncia: “Ho dato istruzioni di non appoggiare il documento finale del G7”. Una ‘mazzata’ per il vertice e che mette a rischio anche le future strategie comuni delle potenze industrializzate, già ‘provate’ dalla questione sull’allargamento del tavolo alla Russia di Vladimir Putin, auspicato da Trump e dal premier italiano Giuseppe Conte. Trump non ha risparmiato accuse personali a Trudeau, definendolo “un debole e un disonesto” e definendo le sue parole “false”. Inoltre Trump ha annunciato anche la possibilità di applicare dazi sulle auto che “invadono il mercato americano”.

Il vincitore morale: Giuseppe Conte

In questo quadro, che ha certamente minato le certezze che sembravano essere state raggiunte al termine del G7, non si può non evidenziare che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sia il vincitore morale del vertice canadese. Ha risposto per le rime, ma con garbo, alle situazioni che non vanno giù all’Italia. Ha esposto, ad esempio, la questione dei migranti chiedendo che sia affrontata in maniera seria da tutta l’Unione Europea. Inoltre ha preso una posizione decisa sulla questione Russia. Un vertice nel quale Conte ha sorpreso positivamente gli altri ‘potenti’, conquistando la stima del presidente Trump e dando indicazioni chiare anche a Merkel e Macron sulle future posizioni che assumerà l’Italia: non farà parte del gregge di Nazioni che segue Francia e Germania e ne subisce le decisioni senza fiatare.

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