Gas, Cingolani: “Per ora situazione sotto controllo, monitoriamo”

“La situazione è sotto controllo, vedremo nei prossimi giorni cosa succede. Stiamo monitorando attentamente con gli operatori”.

Roberto Cingolani (Foto Mauro Scrobogna /LaPresse)

ROMA – “La situazione è sotto controllo, vedremo nei prossimi giorni cosa succede. Stiamo monitorando attentamente con gli operatori”. Così il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, al question time al Senato, commentando la riduzione del % dei flussi di gas annunciata da Gazprom che, spiega, “il 40% era dichiarata da Gazprom sulla capacità, il valore reale è minore, perché bisogna calcolare la percentuale sui flussi reali”. “La situazione è ancora sotto controllo, per altri Paesi è più pesante; vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni, perché potrebbe essere una fluttuazione indotta da problemi tecnici, del tipo che non arrivano componenti per le sanzioni per le stazioni di pompaggio o potrebbe essere, invece, una vera e propria rappresaglia di fornitura, chiamiamola così”, ha spiegato Cingolani aggiungendo che “credo di poter dire senza tema di essere frainteso che con le azioni recenti abbiamo accelerato l’istallazione di rinnovabili come mai è avvenuto in precedenza. Credo abbiate letto i dati di allacciamento richiesti da Terna, li abbiamo messi sul sito: 5,3 gigawatt nei primi cinque mesi di quest’anno e circa 3,7 nei successivi due anni. È tutta roba che già esiste, che va attaccata, quindi sicuramente non possiamo essere accusati di non volere l’accelerazione sulle rinnovabili. Ciò nonostante, questa è una parte della strategia che deve portarci all’indipendenza e alla sicurezza energetica del Paese. Quindi, insisto sul fatto che il Paese deve essere strategicamente indipendente dal punto di vista energetico. Cosa vuol dire questo? Confermo che non è stato seguito un percorso corretto, perché passare da una produzione di gas pari al 20 per cento del fabbisogno nel 2000 al 3,4 per cento nel 2020 non è coinciso con una riduzione assoluta del gas e con un beneficio ambientale; è coinciso solo con un aumento dell’importazione. Quindi, non abbiamo avuto né vantaggio ambientale né vantaggio energetico ed economico. Credo che dobbiamo confermare, come tutti i trend internazionali richiedono, il phase-out del gas che andrà a diminuire; ma, attenzione, mi piacerebbe un futuro in cui diminuiamo il gas ma in cui ciò che ci continuerà a servire fosse il più possibile prodotto in assoluta indipendenza a livello nazionale. Pertanto, dal mio punto di vista, poiché nel frattempo è scoppiata una guerra che ha cambiato completamente il panorama mondiale dell’energia, forse è arrivato il momento di rivedere e analizzare nuovamente il Pitesai alla luce di quanto sta accadendo, cercando di combinare le due cose, che sono combinabili: riduzione del gas totale, ma nello stesso tempo aumento del gas che ci servirà dai nostri giacimenti. In tal modo, si mantiene la rotta della decarbonizzazione al 55 per cento, ma si rende l’Italia più sicura e stabile dal punto di vista energetico”.

LaPresse

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