Gelo tra il sindaco Manfredi e Fico per la candidatura a governatore della Campania

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Foto Matteo Secci Nella foto: Roberto Fico

NAPOLI – Il nome di Roberto Fico come candidato alla presidenza della Regione per il centrosinistra non appare più forte come qualche settimana fa. Stando alle voci di corridoio nella coalizione, lo scontro a distanza sul termovalorizzatore con il sindaco di Napoli (nonché presidente Anci) Gaetano Manfredi può essere visto come una frenata di quest’ultimo sulla candidatura. E non si tratta di un incidente di percorso di scarso rilievo, perché Manfredi è una componente importante del patto fra Elly Schlein e i 5 Stelle per trovare un candidato alternativo a Vincenzo De Luca. Manfredi dovrebbe essere l’anello di congiunzione fra il patto Schlein-Conte e le forze centriste che governano a Napoli, formando l’ormai abusato “campo largo”. Ma nei giorni scorsi a Casoria Fico ha parlato di dismettere l’impianto di Acerra, rispolverando il no agli inceneritori che fa parte del bagaglio programmatico dei 5 Stelle ed evidenziando così la difficoltà di trovare un’intesa con i moderati.

Tanto che il sindaco gli ha subito replicato, pur senza citarlo, a margine di un evento a Napoli: “Oggi abbiamo un grande bisogno di impiantistica in regione perché se vogliamo avere un ciclo che sia economicamente e ambientalmente sostenibile dobbiamo avere un sistema che sia complessivamente integrato. Il primo bisogno che abbiamo è la gestione dell’umido, che oggi portiamo tutto fuori, processo che dal punto di vista ambientale è la cosa meno sostenibile e che può anche alimentare percorsi che a volte non sono trasparenti. Più si avanza nella differenziata, più si procede nella realizzazione di impianti anche per la materia seconda e più la funzione dell’inceneritore si riduce. Teoricamente – ha proseguito il sindaco – si potrebbe anche alla fine esaurire la necessità dell’inceneritore, ma ci sarà sempre una parte che viene incenerita perché fa parte del ciclo dei rifiuti”. Un contrasto che sarà verosimilmente utilizzato dal centrodestra in campagna elettorale per dimostrare che nello schieramento opposto non c’è concordia neppure sui grandi temi come a questione ambientale. E sarà un caso, ma negli ultimi giorni il gruppo Schlein, pur non mollando sul no al terzo mandato, non sta cercando la polemica con De Luca e anzi sta evitando di replicare alle piazzate dello Sceriffo. Le dichiarazioni contro i “cacicchi” (solo quelli degli altri, ovviamente) vanno bene per essere citati sui giornali, ma all’atto pratico i voti del presidente uscente non fanno schifo a nessuno. Al momento fra i centristi deluchiani non c’è quasi nessuno accreditato di un ingresso nell’alleanza giallorossa, anzi ci sono diversi esponenti provenienti dal centrodestra che non escludono di tornarvi in caso di esclusione del leader dalla sfida elettorale.

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