NEW YORK – Chiude i battenti la General Motors in ben cinque stabilimenti americani. L’azienda statunitense produttrice di autoveicoli ha dato l’annuncio del tutto inaspettato a ben 14mila dipendenti. Reazioni comuni quelle degli ex membri del colosso americano: fra l’ira e le lacrime questi saranno costretti a rivedere la propria vita tenendo conto dell’improvviso evento che li ha coinvolti.
Trump entra nel merito della vicenda General Motors
Il primo a scendere in campo per difendere i cittadini è stato il presidente Donald Trump. “Sono qui per tutelare i lavoratori americani” ha fatto sapere il tycoon che poi ha proseguito “la società ha scommesso sulla Cina ma non credo che si tratti di una scommessa che pagherà”. Trump ha poi fatto sapere che dalle parole passerà ai fatti. Il Presidente ha poi fatto capire di essere pronto a tagliare i fondi che sostengono la società.
Le giustificazioni dei vertici: il mercato cambia ci siamo adattati
La società ritiene si tratti di una scelta necessaria, soprattutto per adattarsi al mercato che cambia. Ma a non crederci non è soltanto Trump. Gli stessi dipendenti sono sconvolti e ritengono che sia necessario intervenire. A far rabbrividire sono anche le foto dei dipendenti che sono state diffuse. Questi sollevano le bandiere sindacali e chiedono che vengano rispettati i loro diritti. Gli stabilimenti interessati sono: Detroit e Warren in Michigan, Oshawa in Ontario, Baltimora e Lordstown, in Ohio.