ROMA – “Ho pensato di morire, non mi vergogno di dirlo. Non smettevano più di picchiarmi, vedo ancora quegli anfibi neri, mi rimbomba ancora il rumore sordo delle manganellate”. Sono le parole di Stefano Origone, un giornalista di Repubblica, che ha due dita fratturate, una costola rotta, ha subito un trauma cranico e riportato lividi su tutto il corpo. A lui va tutta la mia solidarietà. Essere picchiati a sangue mentre si compie il proprio lavoro di informazione pubblica è un’ingiustizia insopportabile, un’ingiustizia che non si può tacere”. Così la deputata Laura Boldrini. “L’importante sarà ricostruire i fatti e la verità storica, senza sconti per nessuno”, ha detto il procuratore aggiunto Francesco Pinto commentando la decisione della Procura di Genova di aprire due fascicoli su quanto accaduto ieri pomeriggio, uno per gli antagonisti accusati di resistenza e l’altro per il pestaggio di Origone. Personalmente ho sempre condannato la violenza, da qualunque parte arrivasse. E sono sicura che le indagini accerteranno le responsabilità. Ma va detto che i disordini di ieri sono nati dopo la decisione di autorizzare il comizio di Casapound contro il quale la maggioranza delle persone ha protestato pacificamente”, aggiunge la ex presidente della Camera.
Le idee chiare
“Casapound è un’organizzazione che dal 2011 al 2016, e questo lo dice il ministero dell’Interno, ha collezionato 20 arresti e 359 denunce, una ogni cinque giorni. Suoi affiliati sono finiti in carcere per banda armata, detenzione illegale di armi, attentati incendiari e lesioni a pubblico ufficiale. Un’organizzazione che si autodefinisce fascista e che occupa abusivamente un palazzo nel centro di Roma senza pagare nemmeno le bollette. Un’organizzazione alla quale non si può concedere una piazza. Chi di dovere intervenga. Casapound va sciolta, adesso”, conclude Boldrini.
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