Ghiacciolo, snack fresco ed ecologico

Foto © LaPresse - Thanassis Stavrakis

NAPOLI – Acqua, zucchero e frutta frullata. Pochi e semplici ingredienti, rigorosamente a una temperatura sotto lo zero, per la merenda perfetta dell’estate. Il ghiacciolo è fresco, solitamente meno calorico del gelato e pratico da mangiare, tutte caratteristiche che lo rendono lo snack ideale in questi giorni in cui la colonnina di mercurio si alza per la nuova ondata di calore. Il ghiacciolo inoltre si presta alle preparazioni casalinghe, un modo per utilizzare la frutta che abbiamo in casa ed abbattere la produzione di rifiuti da imballaggi monouso in plastica. Scopriano tutti i segreti del ghiacciolo ‘green’.

Un po’ di storia

L’invenzione del ghiacciolo risale al 1905 e si deve a una scoperta casuale di Frank Epperson, un bambino di Oakland undicenne all’epoca, che in una gelida notte d’inverno aveva inavvertitamente lasciato sul davanzale della finestra un bicchiere di acqua e soda con dentro il bastoncino che aveva usato per mescolarle. Il giorno dopo Frank riuscì a liberare il blocco di ghiaccio formatosi facendo scorrere acqua calda sul bicchiere, e prese a mangiare il “ghiacciolo” usando il bastoncino come manico. Nel 1923 Epperson ottenne il brevetto per l’idea del “ghiaccio sul bastoncino”, che battezzò popsicle. In Italia i ghiaccioli sono arrivati più tardi, nel secondo dopoguerra. In Emilia-Romagna, più precisamente a Reggio Emilia, il ghiacciolo dal 1960 viene chiamato BIF dall’acronimo dei cognomi dei tre soci titolari della società che fondarono l’azienda (Braglia – Iori – Fornaciari). A Bologna, per lo stesso motivo, il ghiacciolo era invece chiamato COF, dal nome della ditta “Cavazzoni Orlando e Fratelli” che aveva sede in città.

I ghiaccioli oggi

Oggi i ghiaccioli prodotti industrialmente esistono in una gamma standardizzata di gusti corrispondenti a determinati colori: magenta, rosso o rosa alla ciliegia, arancione all’arancia, giallo al cedro, verde alla menta, azzurro all’anice, viola alla mora, bianco al limone e marrone alla cola o al tamarindo. Ma la produzione casalinga e artigianale può dare luogo ad infinite variazioni.

Ghiacciolo homemade

Il ghiacciolo è nato come snack fatto in casa, solo successivamente si è ‘trasferito’ nella produzione industriale. Possiamo quindi prepararlo facilmente con le nostre mani in cassa, in modo da produrre zero rifiuti e da usare i prodotti che già abbiamo in frigo ed in dispensa. Per aiutare l’ambiente scegliamo la frutta di stagione e a chilometro zero, che sarà più ecologica, gustosa, ed anche economica. Per realizzare il ghiacciolo basta mescolare dello zucchero, meglio quello di canna integrale, la cui produzione inquina meno, con dell’acqua e della frutta frullata. Possiamo anche lasciare dei pezzi tagliati più grossolanamente per avere consistenze diverse. Un ottima alternativa è preparare il ghiacciolo sostituendo l’acqua con lo yogurt, per avere una merenda più cremosa. Un grande classico è il ghiacciolo al limone: per realizzarlo prepariamo una limonata con acqua, zucchero e succo di limone e poi mettiamo in freezer. Il risultato è assicurato.

Kit riutilizzabili

Se fino a pochi anni fa i ghiaccioli si preparavano utilizzando bastoncini-stecco monouso, oggi per la produzione homemade si cerca di evitare questa forma di spreco ed in commercio sono sempre più diffusi dei kit lavabili e riutilizzabili. Le forme e i colori sono infiniti, c’è solo l’imbarazzo della scelta.

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