Il centrodestra italiano si è spaccato al Parlamento europeo sulla mozione contro la presidente della commissione Ursula von der Leyen e neanche all’interno dei singoli partiti sono mancati i problemi. Nonostante gli appelli della Lega a votare contro la commissione definita ‘Frankenstein della politica’, gli alleati di governo hanno assunto posizioni diverse: Forza Italia ha votato contro, Fratelli d’Italia non ha partecipato alla consultazione. E agli atti manca anche il voto dell’europarlamentare leghista Aldo Patriciello.
Eppure i vertici del Carroccio erano stati chiarissimi sulla linea da tenere. “La Lega ha sempre votato contro Ursula von der Leyen e le sue politiche disastrose. Lo farà ancora, votando per la mozione di sfiducia. Con coerenza. Chi avrà il coraggio di fare lo stesso?”, aveva detto a chiare lettere Matteo Salvini. Strappo nella Lega dopo appena un anno dall’ingresso dell’europarlamentare molisano? Di certo Patriciello ha subito sentito l’esigenza di giustificare il suo mancato voto: “La mia scheda per votare è andata in tilt ed ho prontamente segnalato la cosa agli addetti ai lavori. Ciò non sposta di un millimetro la mia completa adesione alla mozione di sfiducia presentata, in totale accordo con il Gruppo dei Patrioti”, ha spiegato sui social poco dopo il voto.
E’ consapevole di dovere molto alla Lega, essendo rimasto all’Europarlamento da primo dei non eletti grazie alla decisione di Roberto Vannacci di optare per il seggio nella circoscrizione Nord-occidentale (rinunciando a quello del Sud). Un deja-vù per l’imprenditore-politico arrivato al quinto mandato a Strasburgo, dove era approdato sotto la bandiera dell’Udc grazie alla rinuncia al seggio dell’allora leader Lorenzo Cesa.
Fatto sta, però, che Vannacci ha votato contro von del Leyen e Patriciello (così come altri 160 eurodeputati) non ha partecipato alla votazione, salvo poi prendere parte a quelle successive, a cominciare, astenendosi, da quella per chiedere il rilascio di Ryan Cornelius, affarista britannico detenuto a Dubai. Per trentacinque volte ha espresso la propria posizione nel corso della seduta del 10 luglio. Ma non su quella più sentita dal punto di vista politico a causa, secondo quanto ha reso noto di un problema tecnico. Il Carroccio ha fatto finta di nulla. “La Lega ha votato compatta per la sfiducia a Ursula von der Leyen.
Ancora una volta siamo stati l’unico partito del centrodestra italiano ad avere il coraggio di opporsi a chi rappresenta il fallimento di un’Europa sempre piu’ ideologica e distante dalla realtà”, ha spiegato Paolo Borchia, europarlamentare e capo delegazione della Lega che evidentemente ha accettato la spiegazione del guasto tecnico. Curiosamente il politico di Venafro ha assunto, a quanto pare per caso, la stessa posizione di Fratelli d’Italia, unico partito del centrodestra nel quale non ha, ancora, militato.