MILANO – Sul fronte vaccini, secondo il report settimanale di Gimbe sull’andamento dell’epidemia di Covid-19 in Italia, al 6 ottobre risultano consegnate 98.883.319 dosi. Con la consegna di 3,97 milioni di dosi nell’ultima settimana salgono ancora le scorte di vaccini a mRNA, che raggiungono quota 13,4 milioni.
Per quanto riguarda le somministrazioni, secondo Gimbe il 76,8% della popolazione (45.493.296 milioni di persone) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+452.187 rispetto alla settimana precedente) e il 72,4% (42.921.024 milioni di persone) ha completato il ciclo vaccinale (+661.771 rispetto alla settimana precedente).
Nell’ultima settimana scende ancora il numero di somministrazioni (1.209.952 milioni di persone), con una media mobile a 7 giorni di quasi 160mila somministrazioni al giorno. Il numero di nuovi vaccinati settimanali, dopo la risalita a 589mila della settimana precedente, è sceso a quota 488mila (-17,1%) nell’ultima settimana, confermando per ora i modesti effetti del Green Pass sulla curva dei nuovi vaccinati, al netto dell’incognita relativa al numero degli esoneri.
Per quanto riguarda le coperture vaccinali per fascia di età con almeno una dose di vaccino, secondo Gimbe sono molto variabili. Si va dal 96,7% degli over 80 al 70,4% della fascia 12-19. In generale, rispetto alla settimana precedente, si registrano incrementi modesti: il numero di vaccinati con almeno una dose cresce dell’1,6% nella fascia 30-39, dell’1,5% nella fascia 20-29, dell’1,2% nella fascia 40-49, dell’1,1% nella fascia 12-19, dello 0,9% nella fascia 50-59, mentre negli over 60 l’incremento non raggiunge lo 0,5%.
In particolare, per le categorie a maggiore rischio di malattia severa, sono ancora 3,4 milioni (12,3%) gli over 50 che non hanno completato il ciclo vaccinale (figura 10), di cui 2,59 milioni non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, con rilevanti differenze regionali (dal 15,1% della Calabria al 5,6% della Puglia).
Inoltre, aggiunge il report di Gimbe, l’efficacia del vaccino sulla diagnosi di Sars-CoV-2 si è ridotta dall’88,5% (periodo 4 aprile-11 luglio) al 77,2% (periodo 4 aprile-26 settembre), in particolare nella fascia di età 12-39 anni dove è scesa sino al 67,2% (periodo 4 aprile-29 agosto) – verosimilmente per l’effetto ‘estate’ – per poi risalire fino al 72,6% (periodo 4 aprile-26 settembre).
L’efficacia vaccinale si conferma, invece, molto elevata nel ridurre i decessi (94,8%) e le forme severe di malattia che necessitano di ricovero in area medica (92,6%) e in terapia intensiva (94,9%). Tuttavia, a partire da metà agosto, pur rimanendo superiore al 90% si rileva nel report di Gimbe un trend in lieve ma costante riduzione per ospedalizzazioni (-2,3%), ricoveri in terapia intensiva (-2,1%) e decessi (-2,4%).
Questo dato è in linea sia con gli studi condotti in altri paesi che documentano una riduzione dell’efficacia vaccinale a partire da 6 mesi dal completamento del ciclo, in particolare nei confronti della variante delta, sia con il report “Impact of COVID-19 vaccination on the risk of SARS-CoV-2 infection and hospitalization and death in Italy” pubblicato ieri dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute. Confrontando i dati relativi a gennaio-giugno 2021 (variante alfa predominante), con quelli di luglio-agosto 2021 (variante delta predominante), si evidenzia una riduzione dell’efficacia che è minima sulle forme severe di malattia (91,7% vs 88,7%) e più netta nei confronti dell’infezione (84,8% 67,1%).
Inoltre, nelle persone con comorbidità, l’efficacia nel prevenire l’infezione scende dal 75% dopo 28 giorni dalla seconda dose al 52% dopo circa sette mesi.
In ogni caso, nelle persone vaccinate con ciclo completo rispetto a quelle non vaccinate, si riduce nettamente l’incidenza di diagnosi e soprattutto di malattia grave e decesso. Nelle varie fasce di età, le diagnosi di SARS-CoV-2 si riducono infatti del 79-84%, i ricoveri ordinari dell’88,6-95,6%, quelli in terapia intensiva del 90,7-100% e i decessi del 91,5-100%.
(LaPresse)