ROMA – Per celebrare le Forze armate serve una giornata unica, l’ipotesi che ogni corpo abbia una sua ‘data’ rischierebbe di portare “un proliferare di ricorrenze e una frammentazione della memoria e della riconoscenza dovuta alle Forze Armate e ai loro caduti”. Il capo della Stato Sergio Mattarella promulga la legge che istituisce la Giornata nazionale della memoria e del sacrificio alpino (26 gennaio), ma l’accompagna con una tirata d’orecchie.
Nella lettera indirizzata al presidente del Consiglio, Mario Draghi, l’inquilino del Colle mostra tutto il suo disappunto puntando il faro su due questioni indiscutibili: gli Alpini sono l’unico corpo d’armata ad avere una propria ricorrenza e il 4 novembre è “definito giorno dell’Unità Nazionale dalla legge 260 del 1949, mentre il suo significato di Festa delle Forze Armate muove da una lunga tradizione, ben radicata nella coscienza civile degli italiani ma non sancita per legge”.
Nel totale rispetto delle decisioni del Parlamento, scrive Mattarella, “avverto il dovere”, rimarca non a caso il presidente, come capo delle Forze armate “di segnalare che ne risulta sollecitato un intervento normativo organico che riguardi le celebrazioni in onore delle nostre Forze Armate, considerato che quella appena promulgata risulta essere l’unica legge che preveda una giornata in onore di un corpo militare”. E la giornata potrebbe essere proprio quella del 4 novembre.
Più che un invito, dunque, una vera e propria sollecitazione a correggere dando la giusta riconoscenza ai caduti in battaglia che “hanno visto quasi sempre insieme, protagoniste, diverse espressioni delle Forze armate, unite nel sacrificio per il bene del Paese”. Così come, ricorda lo stesso Mattarella, è “indicato dall’ordine del giorno n. 137 approvato dalla IV Commissione del Senato l’ 8 marzo scorso”.
Un richiesta che attende risposta, a fronte di ‘osservazioni’ che il presidente – come è consueto fare – motiva in modo rigoroso. E non è un dettaglio quello che la data del 26 gennaio, scelta per celebrare gli alpini, si riferisca all’eroismo dimostrato dal Corpo d’armata alpino nella battaglia di Nikolajewka durante la seconda guerra mondiale, quando gli italiani, al fianco dei tedeschi, combatterono per forzare il blocco dell’Armata rossa in territorio della Russia, al confini con l’Ucraina. Un fatto assai discusso da storici, saggisti e opinionisti che hanno anche rilevato la poca opportunità di stabilire la ricorrenza nella data antecedente al 27 gennaio, Giorno in memoria della Shoah.(LaPresse)