Il prossimo 5 dicembre si celebrerà la Giornata Mondiale del Suolo, un evento annuale istituito dalla 68ª Assemblea generale delle Nazioni Unite. L’obiettivo di questa ricorrenza è sempre stato quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e i decisori politici sull’importanza critica di una risorsa troppo spesso trascurata, ma fondamentale per la vita sul nostro pianeta.
Per l’edizione del 2025 è stato scelto un tema di straordinaria attualità: “Healthy Soils for Healthy Cities” (Suoli Sani per Città Sane). Questo slogan pone l’accento su un legame imprescindibile: quello tra la qualità del terreno presente nei nostri centri abitati e la salute e il benessere di chi li popola. Spesso, pensando alle metropoli, l’immagine che prevale è quella di asfalto, cemento ed edifici, ma sotto questa coltre artificiale si nasconde un ecosistema vitale.
Un suolo urbano in salute, permeabile e ricco di vegetazione, svolge infatti funzioni ecologiche insostituibili. Agisce come una spugna naturale, assorbendo grandi quantità di acqua piovana e riducendo drasticamente il rischio di allagamenti e il sovraccarico dei sistemi fognari. Contribuisce a regolare il microclima locale, mitigando l’effetto “isola di calore” che affligge le aree densamente costruite durante i mesi estivi e rinfrescando l’ambiente circostante.
Inoltre, un terreno vivo è un potente alleato nella lotta contro il cambiamento climatico, poiché è in grado di immagazzinare significative quantità di carbonio, sottraendolo dall’atmosfera. Funge anche da filtro naturale, depurando l’aria e l’acqua da agenti inquinanti e ospitando una sorprendente biodiversità di microrganismi, insetti e piante, essenziali per l’equilibrio ecologico.
Quando il suolo viene sigillato, tutte queste funzioni vitali vengono meno. La cementificazione lo rende impermeabile, trasformando le piogge intense in emergenze idriche. Le superfici scure e artificiali assorbono calore, rendendo le città invivibili d’estate. La capacità di stoccare carbonio si azzera e la biodiversità scompare, lasciando il posto a un ambiente sterile e fragile.
La Giornata Mondiale del Suolo 2025 sarà quindi un invito globale a un cambio di paradigma. Si chiederà a politici, urbanisti, architetti e cittadini di ripensare le fondamenta dei nostri spazi urbani. Le soluzioni esistono e sono sempre più diffuse: dalla creazione di tetti verdi e giardini verticali all’utilizzo di pavimentazioni drenanti, fino alla “depavimentazione” di aree inutilmente cementificate per restituirle alla natura. Costruire città più resilienti, sane e sostenibili non è un’utopia, ma una necessità che parte proprio dal rispetto e dalla valorizzazione del terreno che calpestiamo ogni giorno.






















