ROMA (Domenico Palmiero) – Ci siamo. Domani (diretta tv dalle ore 15 su Raidue e Eurosport) parte la 101esima edizione del Giro d’Italia. Per la prima volta in assoluto una grande corsa a tappe prenderà il via fuori dall’Europa. Una tre giorni in Israele iniziando da Gerusalemme. La tappa inaugurale di domani prevede un percorso a cronometro di 9,7 chilometri che assegnerà la prima maglia rosa. Favoriti d’obbligo sono Chris Froome (Team Sky) e Tom Dumoulin (Sunweb).
Fabio Aru
Tra i corridori italiani, quelli che hanno ambizioni di classifica sono Fabio Aru (UAE Emirates) e Domenico Pozzovivo (Bahrain-Merida). Il Cavaliere dei Quattro Mori dopo il terzo posto del 2014 e il secondo del 2015 è chiamato al salto di qualità. Dalla sua parte ci sono tanti chilometri in montagna e pochi a cronometro. Certo, la concorrenza è agguerrita con Froome e Dumoulin in testa che restano i favoriti principali. Ma il corridore sardo di Villacridro possiede tutte le caratteristiche della sua gente: è testardo, tenace, pronto sempre a gettare il cuore oltre l’ostacolo. Il quinto posto dello scorso anno al Tour de France dimostra chiaramente che è atleta capacissimo di tenere botta in una corsa di tre settimane. Arriva a questo Giro in posizione leggermente defilata rispetto a Froome e Dumoulin e questo non è un male. Anzi.
Domenico Pozzovivo
Discorso diverso per Domenico Pozzovivo. Lo scalatore lucano portacolori della Bahrain-Merida punta a un piazzamento nella top five. Si è presentato all’appuntamento rosa in forma sfavillante come si è potuto notare al Tour of Alps e alla Liegi-Bastogne-Liegi. Forse troppo in forma e troppo presto. Il pericolo è uno scadimento della condizione nell’ultima e decisiva settimana. Il suo tallone d’Achille resta la cronometro. Ma le prove contro il tempo sono solo due e, alla fine, potrebbero rivelarsi assolutamente non decisive. Anche il lucano parte con grandi ambizioni. Ma, come per Aru, spesso incappa nella classica giornata nera. Dalla sua c’è il raggiungimento della piena maturità agonistica e la consapevolezza di potersela giocare con tutti quando la strada inizia a salire.
Elia Viviani
Ha lasciato il Team Sky per la Quick Step Floors ed è stato sicuramente un bene per lui atteso che la squadra britannica l’anno scorso l’ha escluso da Giro, Tour e Vuelta. I risultati di inizio stagione sono incoraggianti. Il campione olimpico nella specialità Omnium ha sete di vittorie ‘pesanti’, un incentivo in più per lanciarsi nella mischia. Determinato.
Davide Formolo
Il 25enne veneto, passista-scalatore della Bora Hansgrohe ha impressionato alla Liegi chiudendo in settima posizione ed è chiamato alla prima vittoria nella corsa rosa. In ascesa.
Diego Ulissi
Il toscano della UAE Emirates ha dimostrato negli anni un notevole feeling con le strade del Giro d’Italia. Sei le vittorie di tappa ottenute nella corsa rosa. E non intende certo fermarsi qui. Dalla sua parte una notevole esperienza e la capacità di ‘sentire’ la corsa e affondare al momento più opportuno, quando gli altri sono al gancio. Da tenere d’occhio.