Giustizia, Curzio: “Scenario in chiaro scuro. Meno omicidi ma più donne assassinate”

Tempi ancora troppo lunghi per i processi, omicidi in calo, ma non quelli contro le donne.

Foto Paolo Giandotti/Ufficio Stampa Quirinale/LaPresse

ROMA – Tempi ancora troppo lunghi per i processi, omicidi in calo, ma non quelli contro le donne. Meno reati, ma più crimini informatici e tante morti sul lavoro. E’ un quadro “in chiaro scuro” quello tracciato dal primo presidente della Cassazione Pietro Curzio durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, alla presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella.

“Si è passati da 3.321.149 a 3.106.623 procedimenti pendenti – evidenzia Curzio -. È un dato sicuramente positivo soprattutto se si considera che dieci anni fa le cause civili pendenti superavano i 5 milioni”.

Per quanto riguarda la giustizia penale, “la durata dei processi è generalmente in crescita anche se in misura non univoca tra i diversi uffici giudiziari”.

Il numero dei reati nel 2021 è aumentato, anche se di poco, rispetto al 2020, anno di forte calo a causa della pandemia, ma si sono ridotti del 12,6% rispetto ad un anno ‘normale’ quale il 2019. Ma crescono i crimini informatici e resta “inaccettabile” il numero di morti bianche e incidenti sul lavoro.

In calo gli omicidi (295 nel 2021), anche se resta “sconcertante” l’alto numero di vittime tra le donne: 118 in un anno, 102 delle quali assassinate in ambito familiare. “Questo tipo di suddivisione – evidenzia Curzio – è costante negli ultimi anni, si inquadra in un preoccupante incremento dei reati all’interno della famiglia ed è sintomo evidente di una tensione irrisolta nei rapporti di genere, di un’uguaglianza non metabolizzata”.

E’ vero che l’ordinamento giudiziario attraversa un periodo difficile, e lo sa bene il primo presidente, fresco di nuova nomina votata a tempo di record a Palazzo dei Marescialli dopo la bocciatura del Consiglio di Stato, ma “i magistrati nella loro larghissima maggioranza hanno le risorse umane e professionali per riannodare il rapporto di fiducia con i cittadini”.

L’uscita dalla pandemia è una sfida importante per migliorare il sistema, evidenzia anche la ministra della Giustizia Marta Cartabia, dopo un anno “ricco di opportunità e spinte al rinnovamento”, grazie anche alla strada tracciata dal Pnrr.

Sul punto interviene anche il pg Giovanni Salvi che sottolinea: “Per la prima volta, riforme ordinamentali, processuali e sostanziali sono accompagnate da importanti interventi strutturali e dall’impegno finanziario che questi richiedono”. E aggiunge: “Sembra finito il tempo delle riforme a costo zero, che assommavano adempimenti procedurali, sempre più complessi, senza porsi la domanda su chi e come vi avrebbe potuto dar corso”.

Infine in primo piano resta anche la riforma del Csm, “ineludibile”, ribadisce la ministra Cartabia, mentre il vicepresidente David Ermini spiega che “le riforme di sistema, le riforme ora necessarie e incisive spettano alla politica” e conclude: “Ci attendiamo che sia portata al più presto a compimento l’attesa riforma dell’ordinamento giudiziario, del funzionamento del Consiglio superiore e del suo sistema elettorale”.

LaPresse

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