Giustizia, Frattini: “Arricchire Codice civile per renderlo al passo con i tempi”

Franco Frattini (Foto Fabio Cimaglia / LaPresse)

ROMA – Per il Presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini, che ha introdotto e presieduto l’ultima sessione dal titolo ‘ricodificare ?’ del Convegno in Cassazione, su giurisprudenza e dottrina in occasione degli 80 anni del Codici Civile “quando si parla di ricodificazione bisogna tenere conto di un contesto molto più ampio di evoluzione della nostra società: i mutamenti sociali ed economici. La società civile cammina molto più veloce del diritto. Bisogna dare stabilità e durata al Codice. La rapida capacità di evoluzione della società necessita di un diritto al passo con i tempi. Oggi bisogna riflettere su come il codice civile possa essere arricchito e approfondito in alcuni aspetti”.

“Ma bisogna anche tenere conto che ci sono molte materie di derivazione comunitaria frutto di trasposizione di direttive che hanno una loro durata temporanea, che siamo obbligati a recepire. La sfida è mantenere unitario, stabile e duraturo il Codice anche se molte direttive hanno efficacia temporanea – aggiunge – Il nostro Codice Civile, lo ha detto la nostra adunanza generale nel 2004, già nel 1940 ha saputo esprimere con una anticipazione rispetto all’entrata in vigore della Costituzione, quei principi di rispetto della persona che più tardi ha introdotto la carta costituzionale con più forza a livello di gerarchia delle fonti ma già nel Codice c’erano i principi quadro”.

“Oggi dobbiamo riflettere anche su un altro istituto: il codice di settore – continua – Il codice di settore è meno ambizioso del Codice Civile ma è utile perché rende certezza del diritto per cittadini e imprese in quel settore. Andiamo verso modelli che lavorano per contrastare l’inflazione normativa. Oggi siamo destinati a ricercare equilibri stabili ma provvisori cioè che non garantiranno quello che ha garantito il Codice Civile, per 80 anni”.

“Mentre il codice tedesco tende a mantenere quello che già esiste. L’ordinamento francese ha prodotto più di 70 codici di settore – prosegue – L’80 per cento della legislazione francese è compatta e coordinata. Il punto debole per il nostro Paese è che manca una cabina di regia e quindi uno strumento utile come il codice di settore richiede coordinamento. La domanda finale, è possibile superare questa difficoltà di rinnovamento organico o dobbiamo inseguire le necessità del momento? Con la sezione atti normativi cerchiamo di attuare questo sforzo di coerenza. Cercheremo di scrivere anche il codice degli appalti come corpo stabile almeno che doni certezza e stabilità al cittadino”.

(LaPresse)

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