Giustizia, Salvini rilancia battaglia referendum: “C’è una lobby del silenzio”

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse Nella foto: il segretario della Lega Matteo Salvini

MILANO “C’è una lobby del silenzio da parte della politica, del giornalismo, di certa magistratura e vedremo di sorprendere e abbattere questo muro il 12 giugno, perché è un’occasione storica”. Matteo Salvini usa queste parole per rilanciare la battaglia per i cinque referendum sulla giustizia dei Radicali e del Carroccio.

Il leader della Lega prende la parola in videocollegamento con un’iniziativa a Modena per il sì e non si dà per vinto: “In molti dicono che non ce la faremo a raggiungere il quorum, proviamo a dare una risposta sorprendentemente positiva. Penso che dopo 30 anni ci sia una grande occasione. Nulla sarà impossibile”. Salvini, che parla di oltre 6 milioni di processi in arretrato, si scaglia contro i tempi della giustizia da “terzo mondo”. E, fra gli obiettivi, segnala “lo sradicamento delle correnti, che anche in occasione delle ultime nomine stanno dimostrando come ci sia assolutamente un controllo sistematico delle nomine delle procure, nelle direzioni, delle promozioni”.

Ma il dibattito attorno ai referendum del 12 giugno è strettamente legato al percorso la riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm, frutto di un lungo lavoro di cesello e di una serie di incontri, che il Governo punta a portare nell’Aula del Senato il 24 maggio, con la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, orientata a ‘blindare’ il testo.

In caso di modifiche, infatti, il testo dovrebbe tornare alla Camera e sfumerebbe così la possibilità del via libera alla riforma in tempo utile in vista del rinnovo del Consiglio superiore della magistratura che scade a luglio. E sullo sfondo restano le posizioni di Lega e Italia viva, che puntano a ‘migliorare’ il testo in questo passaggio parlamentare. Sta di fatto che il lavoro di discussione generale in commissione Giustizia di Palazzo Madama, presieduta dal leghista Andrea Ostellari, prenderà il via martedì.

“Stiamo attendendo i nominativi per le audizioni e poi procederemo secondo il calendario che la commissione si darà in relazione ai lavori che dobbiamo fare”, spiega a LaPresse Ostellari. Che assicura: “Nessuno è in grado di sapere con esattezza se ci saranno modifiche o non ci saranno modifiche. Da presidente svolgerò il mio ruolo secondo le regole”. Un altro fronte aperto sul fronte giustizia riguarda, invece, la legge relativa all’ergastolo ostativo. Il M5S è in pressing e Giuseppe Conte dice su Instagram: “Abbiamo chiesto una corsia preferenziale per completare subito la riforma, perché non possiamo abbassare la soglia del contrasto alle mafie”.

I pentastellati hanno inviato una lettera al presidente della commissione Giustizia del Senato, sollecitandone una convocazione d’urgenza per lunedì prossimo. “Noi al Senato il provvedimento ce l’abbiamo da poco. Noi non stiamo ritardando i lavori, anzi noi ci siamo”, rintuzza Ostellari, ricordando l’appello lanciato dai gruppi parlamentari alla Corte Costituzionale per avere “il tempo necessario per svolgere tutto il lavoro”.(LaPresse)

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