CASERTA (s.o.) – Dal Movimento degli allevatori arriva un appello alla cittadinanza per i disagi che le prossime iniziative di protesta contro il Piano anti brucellosi di De Luca potrebbero provocare. In vista, dunque, una nuova fase di agitazione che già dalle prossime ore potrebbe essere eclatante, visto che in un comunicato il Coordinamento “non esclude alcuna iniziativa per raggiungere i risultati”. In pratica, secondo quanto è trapelato, gli allevatori bloccheranno alcune strade della provincia.
Cominciano a farsi sentire i primi effetti concreti dell’ordine del giorno sulla vertenza bufalina casertana promosso dalla senatrice meloniana Giovanna Petrenga, primo firmatario il presidente della commissione Agricoltura Luca De Carlo, sottoscritto da tutti i senatori campani di Fratelli d’Italia, approvato da Palazzo Madama e accolto con favore dal Governo.
E cominciano a farsi sentire anche i primi effetti del ciclo di audizioni conoscitive avviate in commissione Agricoltura su richiesta degli allevatori di Terra di Lavoro che da anni protestano contro i piani regionali per l’eradicazione della brucellosi e della tubercolosi bufalina che sono costati la vita a centinaia di migliaia di capi e hanno portato alla chiusura di circa 300 aziende e alla perdita di circa 5.000 posti di lavoro, compromettendo una filiera di assoluta eccellenza.
All’indomani dell’audizione del commissario Luigi Cortellessa, che ha svelato non poche incrostazioni di un sistema che per sua stessa ammissione mai avrebbe potuto funzionare, scende in campo la Coldiretti campana, da sempre sostenitrice dei Piani regionali per gli abbattimenti delle bufale. Intanto per omaggiare il commissario che a loro dire avrebbe sgombrato “il campo dalle falsità” che avrebbero potuto minare la buona immagine della mozzarella di bufala. E poi per riconoscere candidamente di non essere “mai entrata nel merito tecnico delle scelte del Piano che competono alla parte scientifica”. In sostanza, e un po’ a sorpresa, malgrado abbia sempre avallato le scelte del governatore Vincenzo De Luca, dell’assessore all’agricoltura Nicola Caputo e della parte tecnica (la Direzione regionale del dipartimento di prevenzione veterinaria della Regione affidata a Paolo Sarnelli e l’Istituto Zooprofilattico di Portici guidato da Antonio Limone), Coldiretti arriva oggi a sostenere di aver evidenziato ben tre anni fa “i nodi che oggi vengono al pettine”:
Coldiretti getta insomma la croce sul servizio veterinario dell’Asl, sulla mancata manutenzione delle reti idriche superficiali del lungamente e illegittimamente commissariato Consorzio di bonifica del Basso Volturno, ma anche (senza spiegare però come mai in passato, nel 2007 la brucellosi fu comunque debellata), sull’alta concentrazione di allevamenti nel Basso Volturno.
Bandierine improbabili, secondo gli allevatori in protesta che si dicono peraltro scettici sulle avance tardive di Coldiretti che oggi, ma solo oggi, fa le sue prime aperture all’introduzione dell’autocontrollo con il veterinario aziendale o alla revisione dei parametri per consentire il ripopolamento agli allevamenti situati nelle vicinanze di stalle che hanno impugnato gli abbattimenti.
Un gioco delle parti, messe oramai alle strette, secondo gli allevatori del Coordinamento unitario per la difesa del patrimonio bufalino che, ieri, al termine di un’assemblea sono tornati a chiedere un tavolo in Prefettura con il Governo, l’Asl e la Regione. Questa volta per chiedere l’attuazione dei punti inseriti nell’Ordine del giorno Petrenga: autocontrollo, contro-diagnosi, piani provinciali approvati dai ministeri Salute e Agricoltura che prevedano adeguate campagne vaccinali, applicazione del Regolamento Europeo sulle procedure diagnostiche delle infezioni bufaline distinguendo tra casi sospetti e casi certi (e relativi provvedimenti), istituzione di un Tavolo o comunque di un organismo permanente di verifica della corretta attuazione delle norme europee e tracciamento rigoroso del latte di bufala destinato alla produzione di mozzarella Dop.
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