di Donatella Di Nitto
Roma, 16 mag. (LaPresse) – Luigi Di Maio e Matteo Salvini non si sono ancora incontrati dopo il blitz di martedì sera, che aveva come obiettivo, riuscito alla fine, di tenere lontano i giornalisti. Il capo politico del Movimento 5 Stelle segue da lontano il tavolo tecnico tra M5s e Lega, è informato di tutto e, contemporaneamente, si confronta con il quasi ‘alleato’ di governo. Una certezza unisce i due: “Se serve a far partire il governo io e Salvini siamo pronti anche a stare fuori”. Parole che danno l’idea di come la trattativa sia ancora bloccata sui nomi che, prima o poi, dovranno essere consegnati al Colle. Altrimenti sarà difficile che parta un governo. Il capo politico 5S ostenta ottimismo: “Io credo che questa settimana debba essere risolutiva per forza, daremo una risposta nei prossimi giorni così che poi al presidente Mattarella possiamo consentire di avviare una procedura”.
Esclusa ormai la figura tecnica per palazzo Chigi e anche la staffetta, entrata e uscita in queste ore dalle discussioni, si cerca nelle fila dei due partiti: “Noi stiamo cercando una soluzione sul premier che possa rispecchiare il mandato politico che è stato messo nel contratto. Non è che stiamo cercando uno per strada che viene a fare il premier – spiega Di Maio – Stiamo cercando una soluzione che sia politica”. Stessa strategia, spiega il capo politico pentastellato, per l’uomo che andrà a dirige il ministero dell’Economia.
Nelle stanze di Montecitorio si continua a lavorare a limare il documento che si spera venga ultimato nelle prossime ore per ricevere l’ok finale di Di Maio e Salvini. Non è detto che il contratto venga inviato al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il contratto è alle battute finali ed è stato limato soltanto un po’ nelle parti che riguardano il comitato di conciliazione che avrà una funzione politica e non interverrà sulle prerogative del Parlamento. Nel testo, conferma lo stesso leader pentastellato anche la riduzione del numero dei parlamentari.