NAPOLI (Giuseppe Palmieri) – E’ apparso seccato il Presidente della Repubblica, al termine del secondo giro di consultazioni per il nuovo governo. Irritato dai tatticismi dei gruppi parlamentari che continuano con le schermaglie, incapaci di venire fuori dal pantatno provocato dai risultati elettorali del 4 marzo. La Quaresima delle polemiche, degli accordi fatti e smentiti, deve finire. La situazione in Siria e la necessità di intervenire sui conti dello Stato impongono una soluzione rapida. Ma Sergio Mattarella è un moderato. Emozioni controllate, nervosismo sotto il livello di guardia. Niente panico, niente accelerazioni forzate. L’inquilino del Quirinale è in cerca di una soluzione che garantisca un governo duraturo e tenga il Paese lontano da quelle urne alle quali si sta avvicinando giorno dopo giorno. A chi dare l’incarico, allora? Tutte le opzioni hanno una controindicazione. L’ipotesi più probabile è quella che porta all’affidamento di un incarico esplorativo ad Maria Elisabetta Alberti Casellati, berlusconiana presidente del Senato. Il Pd ha fatto sapere che dialogherà solo con chi otterrà il mandato. E con Forza Italia ha già fatto accordi in passato. Casellati sarebbe duramente respinta dal Movimento 5 Stelle che ha spiegato senza esitazioni di non avere intenzione di sedersi al tavolo con Silvio Berlusconi, ma potrebbe cercare di tentare di convincere il Pd a un governo di larghe intese. Ma i rapporti tra dem e Lega non sono idilliaci, sebbene interlocuzioni sono cominciate su diversi tavoli, come a Napoli dove la dem Valeria Valente e il salviniano Gianluca Cantalamessa hanno sposato una battaglia comune contro il sindaco Luigi De Magistris. L’opzione Casellati porta dritti in questa direzione, ma non è certo una strada in discesa. Il governo al quale l’Italia è stata più vicina in queste settimane è quello formato da Lega e Movimento 5 Stelle, le due forze premiate dagli elettori a marzo. Il veto grillino su Berlusconi, però, ha gelato Matteo Salvini che si trova nella scomoda posizione di chi, formando un esecutivo senza Fi, verrebbe tacciato di tradimento dall’ex premier, proprio mentre sembra sul punto di scalzarlo alla guida del centrodestra. Il leader del Carroccio per questo ha per ora tenuto un profilo basso, cercando di tenere insieme la coalizione e di non spegnere l’interlocuzione con Luigi Di Maio. E Mattarella potrebbe giocarsi la carta del mandato a una delle due forze per costringerle a prendere una decisione, a fare una scelta di campo. Il Capo dello Stato potrebbe affidarsi a Roberto Fico, napoletano presidente della Camera, esponente di punta del Movimento 5 Stelle. Una decisione che metterebbe in grande difficoltà i grillini che hanno designato Di Maio come premier, ma che non potrebbero rinunciare all’occasione storica di tentare di conquistare Palazzo Chigi. Fico proporrebbe il contratto di governo a Pd e Lega, non a Berlusconi. E lì arriverebbe l’ora delle decisioni. Stessa situazione se, invece, Mattarella si affidasse a Giancarlo Giorgetti del Carroccio con dem e pentastellati costretti a decidere da che parte stare e Fi che tenterebbe di restare in sella. Un vero e proprio rompicapo. Con una sola certezza. La prossima mossa del presidente della Repubblica porrà fine alle schermaglie. E sarà l’ora di dare una risposta definitiva. Altrimenti le urne saranno l’unica via possibile.
Mattarella e il rebus governo, il Capo dello Stato prova a spazzare via i tatticismi
Casellati, Fico e Giorgetti: ipotesi per un mandato capace di costringere Pd, Forza Italia, Lega e Movimento 5 Stelle a fare una scelta di campo. Il Quirinale non si fa condizionare dalla crisi siriana e prova a mettere all'angolo le forze politiche. Per il nuovo esecutivo è la settimana decisiva