ROMA (Loredana Lerose) – Sono passati 84 giorni dal voto dello scorso 4 marzo, ma gli sforzi del M5S e della Lega per formare un governo giallo-verde rischiano di essere vanificati da una sorta di complotto che vede le forze politiche perdenti, in primis il Pd, soffiare sul fuoco dell’allarmismo acceso dall’Europa e dai mercati e a cui neanche il capo dello Stato Sergio Mattarella è riuscito a sottrarsi, per ora.
Lo stallo
Le prime settimane post voto sono trascorse tra convocazioni al Colle, valutazioni e controvalutazioni di Mattarella rispetto alla strada da intraprendere per dare al Paese un governo. Quando, visto il tempo trascorso, M5S e Lega si sono accordati su un programma e perfino sul nome del premier, Giuseppe Conte, Mattarella, anziché essere contento, si è spostato sull’asse dei detrattori di Luigi Di Maio e Matteo Salvini che vorrebbero Paolo Savona al ministero dell’Economia. L’Europa ha scatenato la propria ira. Mattarella si è ridotto a far trapelare informalmente voci rispetto alla sua irritazione. E l’ex segretario Pd, Matteo Renzi ha rispolverato la propria spocchia, incolpando il capo politico del Movimento e il leader del Carroccio di essere gli unici responsabili dell’aumento dello spread e dei ritardi rispetto alla nascita del governo.
Renzi l’ex rottamatore
Del primo Renzi non è rimasto niente, neanche la capacità di ‘intortare’ la gente con la propaganda rottamatrice. Quella sì gli aveva fatto guadagnare la stima dei cittadini. Lui, senza peli sulla lingua, continua a toppare. Ed evita di dire che se l’Italia è senza una governo è anche a causa dell’indecisione di Mattarella.
E’ questione di polso
Il capo dello Stato in questi mesi, dopo aver invitato alla responsabilità le forze politiche invitandole ad accordarsi per far nascere un governo e dopo aver fatto retromarcia rispetto alla sua proposta (quella di un governo di transizione, consapevole che M5S e Lega, maggioranza parlamentare, non gli avrebbero accordato la fiducia), ha deciso di accettare che Di Maio e Salvini si giocassero la propria partita. Ma anche su questo, adesso, sembra voler fare un passo indietro.
L’indicazione di Savona lo ha messo in una posizione scomoda con l’Europa che teme l’euroscetticismo dell’economista. La squadra di governo c’è, ma a Mattarella non piace. Due le strade se non si vuole perdere altro tempo: fare un passo indietro e accettare i nomi proposti da Salvini e Di Maio, oppure bocciare il ‘governo del cambiamento’ e rischiare il voto anticipato dopo 84 giorni di trattative. L’importante sarebbe decidere. Se Di Maio e Salvini sono responsabili di qualcosa, lo è anche Mattarella.
Profetico De Andrè
Il cantautore genovese nella ‘canzone del maggio’ diceva “anche se vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”.