Rapidità e serietà. All’indomani del via libera in Consiglio dei ministri alla Nadef, Giorgia Meloni rivendica entrambe le cose. Il suo esecutivo, ricorda via social la premier, ha giurato il 22 ottobre “e in meno di due settimane ha raggiunto due obiettivi importanti: liberare oltre 30 miliardi di euro (9,1 miliardi per il 2022 e 21 miliardi per il 2023) per mettere in sicurezza famiglie e imprese dal caro bollette e compiere il primo passo sul fronte della sicurezza energetica nazionale”.
“Avevamo promesso agli italiani che, una volta al governo, ci saremmo dedicati con serietà e determinazione all’emergenza energetica ed è esattamente quello che stiamo facendo – prosegue -, dimostrando che anche in Italia se si vuole è possibile fare quello che serve per il bene dei cittadini”. Le risorse a disposizione, precisa quindi Meloni, saranno concentrate per aiutare gli italiani a far fronte all’aumento del costo dell’energia, “senza disperdere risorse in bonus inutili”.
Non spiega quali, ma è nota l’avversione nei confronti del Reddito di cittadinanza per come è stato pensato e attuato, tanto che la misura bandiera del M5s sarà presto rivista. In Cdm, ricorda ancora la presidente del Consiglio, il governo ha approvato anche un provvedimento per implementare la produzione di gas nazionale, a patto che venga destinato a prezzi accessibili alle aziende energivore italiane. “Mettiamo così in sicurezza il tessuto produttivo e ci rendiamo più indipendenti dalle importazioni di gas – evidenzia -. Contestualmente, abbiamo ribadito il nostro impegno in Europa per arrivare ad un corridoio dinamico dei prezzi del gas per limitare la volatilità dei prezzi e mettere in sicurezza le nostre industrie”.
Il dossier energetico d’altronde è quello che preoccupa maggiormente il governo anche perché, come scrive il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nella premessa alla Nadef, “per quanto i prezzi dell’energia siano recentemente diminuiti, essi restano a livelli assai elevati e vi è il rischio di una nuova impennata durante i mesi invernali”. Inoltre, spiega il titolare del Mef, l’approvvigionamento di gas dell’Italia si basa principalmente “su flussi di importazione soggetti a rischi di varia natura nell’attuale contesto geopolitico”.
In tale quadro, quindi, “l’obiettivo prioritario del governo non poteva che confermarsi quello di limitare quanto più possibile l’impatto del caro energia sui bilanci delle famiglie, specialmente quelle più fragili, nonché di garantire la sopravvivenza e la competitività delle imprese italiane sia a livello globale sia nel contesto europeo, anche in considerazione dei corposi interventi recentemente annunciati da altri Paesi membri dell’Unione europea e non solo”.
Le risorse della manovra netta saranno perciò impiegate per il contrasto al caro energia nei primi mesi del 2023. L’andamento dei prezzi energetici e il loro impatto su imprese e famiglie, annuncia Giorgetti, “saranno monitorati su base continuativa nei primi mesi del 2023” e, al più tardi in occasione della predisposizione del prossimo Def, “si valuterà se sussista l’esigenza di ulteriori interventi di calmierazione delle bollette e di aiuti a imprese e famiglie, e si definiranno le modalità di finanziamento di tali interventi”.
Come già anticipato da Meloni a Bruxelles (“stiamo correndo contro il tempo per la legge di bilancio”), anche Giorgetti conferma che il lavoro di predisposizione della manovra “procederà a ritmi sostenuti nei prossimi giorni, con l’obiettivo di consegnare al più presto al Parlamento un disegno di legge di bilancio per il 2023”.
Il ministro, sempre nella premessa della Nadef, aggiunge che “un forte impegno sarà anche dedicato all’attuazione del Pnrr, da cui dipendono ingenti investimenti per rilanciare la crescita sostenibile dell’economia italiana”. “Con ambizione, pragmatismo e prudenza, la legge di bilancio porrà le basi per superare le complicate difficoltà di questi anni e rispondere alle migliori speranze dei cittadini – conclude -, senza tuttavia perdere di vista la sostenibilità della finanza pubblica”.(LaPresse)