ROMA – Archiviato un caso, se ne apre (almeno) un altro. Dopo la chiusura della telenovela Siri, non sembra esserci pace nel governo gialloverde: ora il primo nodo del contendere è quello dei rimpatri dei clandestini, che vede nuove stoccate tra i due vicepremier. Senza dimenticare il conflitto di interessi, al centro di un dibattito rovente.
Molto ruota attorno al decreto sicurezza bis, il testo presentato dal Viminale che prevede un giro di vite su immigrazione e sbarchi. “Sono deluso”, attacca Luigi Di Maio, perché “non c’è niente sui rimpatri”. Il capo politico del M5S rincara poi la dose: “Noi siamo pronti a dare una mano al ministero dell’Interno, non può essere sempre colpa degli altri”. Il tema, è il ragionamento pentastellato, non sono gli arrivi, che sono stati fermati grazie alle politiche migratorie.
Il leader del Carroccio Matteo Salvini ascolta l’alleato e cerca di mantenere la calma I
Bisogna resistere almeno fino alle Europee, poi saranno i risultati delle urne a dare (eventualmente) uno scossone all’esecutivo. “Il governo va avanti perché mi rifiuto di pensare che ci siano dei ministri M5S che vogliono aprire i porti all’immigrazione clandestina – risponde da Milano il Capitano – Io sono leale, spero che tutti siano leali come ho dimostrato io lealtà in questi 11 mesi”.
Il pensiero che fa trasparire Di Maio, senza troppi giri di parole, è che, dopo la crociata contro i cannabis shop, il dl sicurezza bis rappresenti l’ennesima iniziativa per “coprire” il caso Siri e per “coprire” i casi di corruzione delle ultime settimane, non ultimo quello in Regione Lombardia. Ecco allora che dal Viminale filtra invece “piena sintonia” e condivisione degli obiettivi da alcune lettere che il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi hanno indirizzato a Salvini, rispondendo alla missiva del responsabile degli Interni. E anzi, chi conosce la materia, si spiega, sa che per incrementare ancora di più i rimpatri è necessaria un’azione collegiale per la stipula di nuovi accordi bilaterali. Tanto che addirittura la Lega prova a ingranare la quarta, dicendosi pronta a portare il dl sicurezza bis già la prossima settimana in Cdm.
La campana M5S sembra essere di altro avviso, Di Maio rilancia sul conflitto di interessi
“Martedì chiederemo nell’ufficio di presidenza della commissione Affari Costituzionali della Camera la calendarizzazione della legge. E domani presenteremo la legge”. Qui la replica del Carroccio è tiepida, affidata alle parole del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, secondo il quale “tutto ciò che e’ scritto nel contratto e’ fondamentale e va portato avanti. Se è nel contratto si farà”.
In serata Salvini interviene da Albenga e fa spallucce
“Conflitto di interessi? Per carità, ma la gente mi chiede di abbassare tasse”. Quello che il M5S auspica è, invece, che non si faccia un nuovo asse Salvini-Berlusconi, complice una telefonata sospetta tra i due leader. “L’ho sentito per fargli gli auguri di buona salute – chiude il leader legista – Spero che Di Maio non polemizzi anche quando qualcuno augura un in bocca al lupo a chi è ricoverato in ospedale. Perché altrimenti saremmo veramente all’asilo Mariuccia”. La tensione è altissima e l’impressione è che i toni non si abbasseranno di certo prima del 26 maggio, anzi le scintille aumenteranno in maniera direttamente proporzionale all’avvicinamento del voto.
(LaPresse)