MILANO – “Un faro di speranza nel Mar Nero”. Con queste parole il segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, ha accolto la firma dell’accordo a Istanbul per lo sblocco dell’export del grano ucraino. Un’intesa che è stata firmata separatamente da Russia e Ucraina, ognuna per suo conto, con la Turchia nel ruolo di mediatore e con l’Onu. E che accende la speranza che possa essere un preludio, seppur ancora lontano, alla pace in Ucraina. “Speriamo che si riapra uno spiraglio per la pace”, ha detto il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. Facendo eco alle parole che poco prima aveva pronunciato Guterres: “Tutti dobbiamo fare in modo che questo faro ci guidi nell’alleviamento delle sofferenze umane e nel raggiungimento della pace”.
Ma Kiev, poco prima della firma, ha voluto precisare: dopo l’accordo “in caso di provocazioni” da parte della Russia, ci sarà una “immediata risposta militare”, ha chiarito Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, rimarcando che non si tratta di un accordo fra Russia e Ucraina ma di due accordi speculari firmati da Kiev e Mosca con Turchia e Onu. Le modalità della cerimonia effettivamente sono state queste: al centro di una lunga tavola rettangolare – adornata di fiori e con dietro le bandiere di Onu, Turchia, Russia e Ucraina – sedevano come due celebranti Guterres ed Erdogan, mentre ai due capi del tavolo si sono alternati per la firma prima il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu e il ministro della Difesa turco Hulusi Akar e poi il ministro delle Infrastrutture ucraino Oleksandr Kubrakov e sempre Hulusi. Che hanno siglato due documenti identici, ma separatamente, con Turchia e Onu. Fra i presenti, anche l’oligarca russo Roman Abramovich.
L’accordo spiana la strada alla ripresa delle esportazioni di 22 milioni di tonnellate di grano e altri prodotti agricoli ucraini che sono bloccati nei porti del Mar Nero a seguito dell’invasione russa. E parallelamente porterà alla ripresa delle esportazioni di grano e fertilizzanti russi, ponendo fine a una disputa che ha minacciato la sicurezza alimentare del pianeta. L’Ucraina è uno dei maggiori esportatori al mondo di grano, mais e olio di girasole, ma l’invasione russa e il blocco navale dei suoi porti hanno fermato le spedizioni.
Parte del grano ucraino viene trasportato per l’Europa su rotaie, strade e via fiume, ma i prezzi di beni vitali come grano e orzo sono aumentati vertiginosamente durante i quasi cinque mesi di guerra. “Abbiamo appena firmato un’iniziativa che favorirà le esportazioni di grano da 3 porti ucraini”, cioè Odessa, Chernomorsk e Yuzhny, ha spiegato Guterres, sottolineando che “non è stato facile” ma che è un “accordo senza precedenti perché le parti sono coinvolte in un conflitto armato” e “va nell’interesse del mondo intero” perché “i prezzi saranno stabilizzati e questo pone fine a un incubo per i Paesi in via di sviluppo”.
L’intesa è valida per 120 giorni rinnovabili. Perché sia pienamente operativa ci vorranno alcune settimane, ha fatto sapere una fonte dell’Onu, spiegando che l’Ucraina ha bisogno di circa 10 giorni per preparare i porti e che ha anche bisogno di tempo per “identificare e fare chiarezza sui corridoi sicuri”, ma che un primo movimento di navi potrebbe essere possibile anche prima di allora “per dimostrare che può funzionare”. Obiettivo: esportare circa 5 milioni di tonnellate di grano al mese per svuotare i silos dell’Ucraina in tempo per il nuovo raccolto.
Per raggiungere l’accordo sono stati necessari compromessi. L’intesa prevede il passaggio sicuro delle navi attraverso acque che sono state pesantemente minate: i canali sicuri verranno identificati dall’Ucraina e il piano non prevede un ulteriore sminamento delle acque territoriali ucraine, che secondo la fonte Onu avrebbe ulteriormente ritardato la firma dell’intesa. Non ci saranno inoltre navi militari come scorta, ma le imbarcazioni che entrano nei porti ucraini verranno esaminate prima del loro arrivo da squadre di ispezione con rappresentanti di tutte le parti che verificheranno che a bordo non ci siano armi. A monitorare tutto ci sarà un centro di coordinamento con base a Istanbul. E un elemento chiave dell’accordo è l’impegno, da parte di Russia e Ucraina, a non attaccare nessuna delle navi: “Non useremo il fatto che questi porti verranno riaperti”, ha assicurato Shoigu.
Soddisfazione internazionale per l’intesa. L’Alto rappresentante Ue Josep Borrell l’ha definita “un passo avanti fondamentale negli sforzi per superare l’insicurezza alimentare globale”. Anche la Farnesina ha parlato di “passo importante per mitigare la crisi alimentare globale”, e ha elogiato lo “sforzo instancabile del vice segretario generale Onu Griffiths su impulso del segretario generale dell’Onu”. E il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha detto che si tratta di una “buona notizia” perché si apre “un corridoio di dialogo”. Mentre dal Regno Unito la ministra degli Esteri britannica Liz Truss ha fatto sapere: “Staremo a guardare per garantire che le azioni della Russia corrispondano alle sue parole”.(LaPresse/AP)